
Narrativa d’acqua
Nuovi arrivi in maggio e giugno
a cura di Francesca Recchia
Sette nuovi libri che raccontano l’acqua.
Francesco Longo
Il mare di pietra
Sbaglia chi pensa che le Eolie siano isole. Sono miraggi di pietra che narrano la preistoria. Sono sermoni quaresimali sulla natura fragile della nostra condizione umana. Bisognerebbe trascorrere qui il mercoledì delle Ceneri, invece che ferragosto. Le Eolie sono un parco a tema sulla storia del pianeta Terra. Perlustrarle è come salire sulla groppa di una galassia che ci portasse in giro ad assistere al Big Bang e poi ci riconsegnasse ai nostri grattacieli. Sbaglia chi crede che le Eolie siano luoghi per turismo o villeggiatura.
Lasciate a casa maschera e boccaglio. Lasciate a casa teli da mare e frisbee, le collane di turchesi e i bermuda acquistati alle Hawaii; dimenticate le camicie di lino e le creme al cocco, il desiderio di rilassarsi e la voglia di svago. Lasciate a casa i libri che avete comprato durante l’anno e tutti quelli che vi hanno regalato e non avete avuto tempo di leggere. Portate al massimo Moby Dick, e se avete ancora spazio nella valigia, mettete una Bibbia che avete in casa, o le tragedie di Shakespeare.
Se amate farvi delle nuotate al tramonto e adorate stendervi sulla sabbia cocente, prendete un biglietto e partite per le Seychelles. Prenotate una stanza alle Eolie soltanto se da bambini avete provato vertigine stringendo in mano un dinosauro e se avete sentito un terrore misto a piacere nel perdervi in un bosco. Correte alle Eolie se non avete paura quando appoggiate l’orecchio contro un petto al cui interno batte un cuore.
Titolo: Il mare di pietra
Autore: Francesco Longo
Editore: Laterza
Collana: Contromano
Pagine: 144
Prezzo: Euro 9,50
Alexandre Dumas
Quattro drammi sul mare
Rifugiatosi a Bruxelles nel 1851 per sfuggire ai suoi creditori, Dumas si dedica alle ricerche per una biografia di Lord Byron. Queste lo portano a interessarsi ai resoconti di drammi e naufragi in tutti gli oceani del mondo.
Lo scrittore si tuffa allora a capofitto in queste avventure, raccogliendo testimonianze e diari di bordo di chi è sopravvissuto. Nasce così questa raccolta pubblicata nel 1852 sotto il titolo Les drames de la mer.Bontekoe, Il capitano Marion, La Juno e Il Kent: quattro racconti epici e spettacolari che catturano il lettore con la loro potenza emozionale e il loro effetto di reale stupore.
Titolo: Quattro drammi sul mare
Autore: Alexandre Dumas
Editore: Maree
Collana: Storie del mare
Pagine: 315
Prezzo: Euro 14,00
Jean-Philippe Blondel
Vista mare
Quattro posti di vacanza al mare in quattro decenni. Dal 1972 al 2002. Due generazioni. I luoghi non sono il massimo dello chic. Non tutti, almeno. Nemmeno i personaggi lo sono. Non tutti, almeno. L’artista. La puttana. L’assassino. Ma per la maggior parte sono padri e madri e figli. Normalissimi, ma anche normalmente diversi.
Sono coppie, famiglie, single. Si sono incrociati in quei momenti un po’ speciali che sono le sere d’estate, e in questi luoghi sono sorti desideri, poi piaceri sconosciuti. Ma i protagonisti non sono loro, non siamo noi. E il mare, il mare nel tempo. Sempre diverso e mai mutato.
Titolo: Vista mare
Autore: Jean-Philippe Blondel
Editore: Voland
Collana: Intrecci
Pagine: 112
Prezzo: Euro 12,00
Jaume Cabré
Le voci del fiume
La sera del 18 ottobre 1944 il maestro e falangista Oriol Fontelles viene ucciso durante un’incursione dei maquis. Solo i testimoni di questa morte conoscono l’inconfessabile segreto che la circonda. Quando sessant’anni dopo Tina Bros scopre nella vecchia scuola, nascosti dietro una lavagna, i quaderni di Oriol, non immagina che questo ritrovamento riporterà alla luce un segreto che è rimasto custodito per mezzo secolo. Rivivrà con Oriol la sua tragica relazione con la bella ed enigmatica Elisenda Vilabrù, il suo coinvolgimento con il regime franchista e il tardivo riscatto, ma non solo.
Come delle ombre riaffiorano dalle nebbiose valli dei Pirenei, le storie, gli odi, gli amori e i tradimenti di un tempo segnato dal fanatismo e dalla passione. Sentimenti antichi che sopravvivono ad un passato che non è mai passato. Con straordinaria abilità stilistica Jaume Cabré alterna i piani temporali, e come un direttore d’orchestra, crea una storia polifonica che attraverso le voci e le vicende dei personaggi mette a nudo la verità storica dell’impossibilità di dimenticare e perdonare.
Titolo: Le voci del fiume
Autore: Jaume Cabré
Editore: La Nuova Frontiere
Collana: Otra vez
Pagine: 544
Prezzo: Euro 16,00
Qurratulain Hyder
Fiume di fuoco
«Vita! Storia. Civiltà. India. Lotta dell’uomo. Tutto!» Così, con questa spiccia definizione, Qurratulain Hyder, riassunse esemplarmente il contenuto di quest’opera. Quarto secolo a.C., durante la stagione del monsone, quando le nubi sono gonfie di pioggia… Gautam Nilambar, studente dell’antica università della foresta di Shravasti, trova rifugio in una caverna e si imbatte in Hari Shankar, principe che desidera farsi monaco buddhista. Il principe è fratello di Champak, fanciulla affascinante e dall’intelletto acuto, di cui Gautam si innamora perdutamente.
È l’inizio di una meravigliosa saga che spazia attraverso buona parte della storia dell’India, dagli antichi regni hindu ai sultanati musulmani del Medioevo, dalla sfarzosa epoca dei nababbi dell’Oudh al Raj britannico, fino al periodo dell’Indipendenza e ai primi anni della diaspora degli indiani in Occidente. Il fiume infuocato del tempo, con le sue correnti insondabili, unisce e separa i protagonisti: i personaggi ritornano in diverse epoche, e le loro vicende permettono di dipingere un quadro sorprendente della storia indiana e della ricchezza delle tante culture che coesistono nel Subcontinente.
Fiume di fuoco è giustamente considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura indiana del Novecento e, oltre ad aver avuto un immediato, vasto e duraturo successo di pubblico e critica, ancor prima di essere tradotto in inglese ha esercitato una grande influenza – spesso, ma non sempre, dichiarata – su molti scrittori indiani anglofoni assai popolari in Occidente (fra gli altri Rushdie, Ghosh, Seth).
Qurratulain Hyder ha introdotto, come ha scritto il critico Aamer Hussein (che la considera un’antesignana di Salman Rushdie), &.laquo;una miscela assolutamente originale di postmodernismo, che combina pastiche e umorismo pungente, brusche giustapposizioni, quadretti storici, sbalzi cronologici e voci multiple». La stessa Hyder dichiarò che una scrittura innovativa può includere «fatti, reportage, immaginazione, documenti storici, forma epistolare».
Il romanzo, uscito nella versione originale urdu nel 1959, attinge perciò ai materiali letterari più disparati ed è modulato con straordinaria capacità di scrittura su una varietà di toni che vanno dall’epico al romantico, dall’ironico al tragico.
Titolo: Fiume di fuoco
Autore: Qurratulain Hyder
Editore: Neri Pozza
Collana: Le tavole d’oro
Pagine: 592
Prezzo: Euro 23,00
Bapsi Sidhwa
Acqua
Chuyia aveva sei anni il mattino in cui sua madre Bhagya ricevette in cucina la visita inaspettata di Somnath, suo marito. Seduta a gambe incrociate sul pavimento, Bhagya stava pestando il riso nel mortaio, quando Somnath era entrato e, dandosi una sistematina alla dhoti, al telo da notte tutto stropicciato, aveva sussurrato che la madre di Hira Lal, l’amico di famiglia rimasto vedovo a quarantaquattro anni, desiderava che Chuyia sposasse suo figlio. Bhagya aveva sollevato l’orlo della sari e abbassato la testa per celare l’improvviso tumulto che si era impadronito del suo cuore, poi non aveva avuto nemmeno il tempo di protestare.
Somnath aveva elencato tutti i vantaggi di quelle nozze: gli oroscopi di Chuyia e Hira Lal in perfetta sintonia, il fatto che la madre di Hira Lal non voleva la dote e avrebbe pagato lei tutte le spese della cerimonia, la possibilità di tener fede alla più pura tradizione braminica, per la quale una donna è riconosciuta come tale soltanto quando è unita al proprio marito e diventa una sumangali, una donna di lieto auspicio. È trascorso qualche anno da quel mattino, e la piccola Chuyia si è sposata con Hira Lal.
Poi un giorno Hira Lal è stato condotto sulle rive del Gange e lì ha liberato la sua anima. Da quel giorno Chuyia non può più indossare vestiti colorati e cuciti, ma soltanto una sari bianca, ha il cranio rasato ed è costretta a vivere lontano dai suoi, poiché è una vedova, una donna, cioè, che nella cultura braminica non è più tale, visto che non puù fare figli né servire il marito. Eccola allora nell’ashram delle vedove, in compagnia di donne dalle teste rasate e i volti duri e allungati, della flaccida Madhumati, della bella Kalayani, dal viso ovale e luminoso incorniciato da splendidi capelli neri, di Gulabi, l’eunuco dai fianchi ondeggianti e dalle braccia sinuose, di Shakuntala, la sua liberatrice che ha abbracciato le idee di bapu Ghandhi, l’uomo che il governo inglese definisce un piantagrane.
Nato dalla stretta collaborazione con Deepa Mehta, che nel 1998 diresse il film Earth (basato su uno dei romanzi più noti di Bapsi Sidhwa, La spartizione del cuore), tratto dalla sceneggiatura del film Water, Acqua ci offre un ritratto incomparabile dell’India coloniale e di un ashram delle vedove in cui forza e debolezza, corruzione e onestà, vittime e carnefici si danno la mano. Ritraendo magistralmente eunuchi elegantemente vestiti che maltrattano con ironia le idee del Mahatma Gandhi («Se gli intoccabili sono ‹figli di Dio›, allora gli eunuchi sono i Suoi figliastri!» dice a un certo punto Gulabi), e donne che si spogliano con pudicizia e malizia lungo i ghat, le gradinate lungo i fiumi sacri, Bapsi Sidhwa ci dona una prova impeccabile del suo stile, fatto di «humour e compassione».
Titolo: Acqua
Autore: Bapsi Sidhwa
Editore: Neri Pozza
Collana: Le tavole d’oro
Pagine: 208
Prezzo: Euro 15,00
Linn Ullmann
La luce sull’acqua
Erika, Lara e Molly sono sorelle con una storia tutt’altro che ordinaria. Il padre infatti è l’egocentrico e umorale Ivan Lovenstadt, scienziato di grande notorietà, ma ognuna di loro è nata da una madre diversa. La loro non è solo una famiglia, bensì un nucleo in cui si intrecciano fittamente affetti e tensioni, slanci e rancori. Nel cuore di ciascuno è indelebilmente impresso il 1979 e in particolare quell’estate così insolitamente calda sull’isola di Hammarso.
Un’estate che li ha travolti con la violenza di un’ispiegabile tragedia da cui nessuno ha mai trovato la forza per ricominciare. Sarà Erika, 25 anni dopo, a tornare sull’isola per assistere il padre ormai vecchio e malato. E puntuale, quell’estate tornerà ad assalirla.
Titolo: La luce sull’acqua
Autore: Linn Ullmann
Editore: Mondadori
Pagine: 320
Prezzo: Euro 9,00
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