
Acque dolci e acque salati: piranha nel Naviglio, convegno negli abissi delle Maldive
di Alberto Rugolotto
Nei corsi d’acqua delle nostre città, specialmente di quelle di medio-grandi dimensioni, è facile trovare un po’ di tutto: dalle lattine ai materassi, dalle scarpe ai lavandini. Ma credo nessuno potesse immaginare che nel Naviglio pavese potesse sguazzare imperterrito un piranha. È l’incredibile ritrovamento avvenuto all’altezza della confluenza tra il Naviglio stesso ed il Ticino: un piranha adulto di tre etti, preda inusuale per il pescatore di turno. Due le ipotesi: che sia finito lì a causa dello svuotamento ‘pubblico’ di un acquario domestico, oppure che si tratti di un piranha erbivoro della stessa specie di quelli ritrovati pochi giorni prima a Piacenza.
Una notizia particolare ambientata in acque dolci. Di stretta attualità, tuttavia, ce n’è un’altra localizzata, al contrario, in acque salate. Il presidente e i ministri delle Maldive hanno tenuto per la prima volta una riunione ‘sottomarina’ del governo come gesto simbolico per attirare l’attenzione sui rischi del cambiamento climatico in vista del vertice Onu di dicembre a Copenaghen. L’innalzamento del livello dei mari sta minacciando l’esistenza dell’arcipelago tropicale, motivo per il quale il governo del presidente Mohamed Nasheed si è riunito in una laguna color turchese, tutti armati di tute da sub e maschere, scrivendo un «SOS» a chiare lettere su una lavagna di plastica usando colori a prova d’acqua. L’arcipelago-nazione, al largo delle coste indiane, è tra i più minacciati dall’innalzamento del livello dei mari: se le previsioni dell’Onu fossero corrette, le Maldive finirebbero completamente sott’acqua entro il 2100.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.