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La risposta di Cittadinanzattiva al decreto Ronchi

Cittadinanzattiva è un movimento di partecipazione civica operante in Italia e in Europa fin dal 1978, anno di nascita, e che oggi può contare su quasi 90.000 aderenti, 19 sedei regionali e 250 assemblee locali. Scopi di questa onlus sono la protezione e la tutela dei cittadini e dei consumatori, occupandosi di temi quali sanità, giustizia, scuola, politica dei consumatori, cittadinanza europea e d’impresa.

Proponiamo qui di seguito 2 comunicati stampa che Cittadinanzattiva ha diffuso in merito al via libero anche alla Camera del decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici pubblici. I due testi bene esprimono la posizione del movimento di partecipazione civica su un tema caldo del momento.


Acqua: con la fiducia il governo si è bevuto la credibilità. Da Cittadinanzattiva sostegno al referendum abrogativo

(18 novembre)

«Il Governo si è bevuto la fiducia dei cittadini. Blindando l’acqua nel decreto Ronchi, infatti, l’esecutivo ha dimostrato di essere preoccupato più di assecondare gli interessi dei gruppi industriali privati che di regolamentare un settore vitale per la società con la costituzione di una Autorità. La decisione odierna non può che indurci a sostenere la raccolta firme per un referendum abrogativo».

Nelle parole del segretario generale Teresa Petrangolini, la posizione di Cittadinanzattiva in merito ad una decisione che di fatto rende obbligatoria la privatizzazione della gestione dell’acqua.

«Ad avvenuta approvazione del decreto», continua Petrangolini, «il Governo dovrà preoccuparsi di giustificare all’opinione pubblica l’inevitabile aumento delle tariffe. La scusa dei bassi costi in Italia rispetto al resto dell’Europa non regge a fronte dei diversi volumi di investimenti, delle deroghe ai livelli di potabilità, e alla qualità complessiva del servizio.»


Cittadinanzattiva su sì definitivo alla Camera al decreto Ronchi: i sindaci hanno perso l’acqua, il governo la brocca

(19 novembre)

«Con la conversione in legge del decreto salva-infrazioni comunitarie, che di fatto spiana la strada alla privatizzazione dell’acqua, assistiamo ad un triste quanto purtroppo atteso epilogo di una vicenda mal gestita nella sostanza, nella forma e nei tempi: se oggi i sindaci hanno perso l’acqua, il Governo ha perso la brocca, infischiandosene delle tante voci contrarie ad una decisione dalle conseguenze incerte e poco raccomandabili.

L’auspicio di Cittadinanzattiva è che la civile opposizione che questa norma ha incontrato finora in Parlamento possa proseguire a livello di Enti locali e Regioni, a partire da quelle che intendono ricorrere alla Corte Costituzionale, per una rapida raccolta firme pro referendum abrogativo che veda nella società civile una convergenza di interessi su un bene che deve rimanere pubblico.»

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