
Editoriale
di Giorgio Triani
106.691. Questi sono i contatti realizzati da Water(on)line nel numero di novembre. Crediamo un numero di tutto rispetto per un giornale nato un anno fa, come un’esercitazione dell’insegnamento di «Specialità del giornalismo», corso di laurea magistrale in «Giornalismo e Cultura Editoriale» dell’Università di Parma. Come numero unico che ha rapidamente, ma anche inaspettatamente, trovato numerose ragioni per andare avanti. Anzitutto l’interesse per un tema, qual è l’acqua, oggi al centro di tante attese e paure sui destini del nostro pianeta, come è stato solennemente ribadito dall’ultimo summit sul clima di Copenaghen. Ma anche di qualsivoglia discorso in materia di sviluppo economico, di riequilibrio delle risorse fra paesi ricchi e paesi poveri, di superamento dei conflitti che in tante parti del mondo scaturiscono dal controllo degli acquiferi e delle vie d’acqua.
In secondo luogo la straordinaria ricchezza di temi e implicazioni che offre il liquido elemento: dalla A di alimentazione o di architettura alla Z di zattera o zodiaco, se vogliamo parlare di survival oppure di segni d’acqua. In terzo luogo perché si è sviluppata un’ampia community di addetti ai lavori, ambientalisti e associazioni culturali che ci ha chiesto di andare avanti: cosa questa che è stata possibile grazie al sostegno, anche economico, garantitoci da un gruppo di enti e imprese. Che citiamo per ringraziare ma anche per invitare altre realtà istituzionali e imprenditoriali ad aggiungersi alla lista: Assessorato all’Ambiente della Provincia di Parma, Parco regionale fluviale del Taro, Emiliambiente, Montagna 2000, Enìa.
Ma come scrivemmo nel numero zero l’elemento fondamentale da sottolineare, anche in ragione del contesto in cui è nato Water(on)line, è il carattere locale-globale di un giornale on-line, cioè la possibilità unica di avere un luogo fisico di riferimento e di radicamento potendo però relazionarsi con il mondo intero: i dati di Google ci dicono infatti che abbiamo avuto lettori in Uruguay, Sudafrica, Olanda, Russia, ecc. Con quale altro medium sarebbe stato possibile raggiungere in così poco tempo e con minime risorse economiche una platea relativamente tanto ampia come quella che abbiamo capitalizzato in poco meno di un anno?
Intanto però con i migliori auguri per il 2010 vogliamo anticiparvi che vedrete nuove rubriche, aggiornamenti delle news più frequenti e alcune iniziative veramente speciali. La prima, alla quale abbiamo già cominciato a lavorare, l’abbiamo intitolata «Quinta stagione». Ovvero la stagione che non c’è ma che ci permette di avere ciliegie e arance tutto l’anno, l’estate in freezer o nel barattolo, il mare nel vasetto e le verdure liofilizzate o sottovuoto sempre pronte all’uso. Una stagione che ha nel frigorifero il suo strumento e simbolo più forte e pervasivo, anche a livello di immaginario, ma che storicamente ha cominciato a prendere forma e svilupparsi con le prime tecniche e pratiche di salatura e soprattutto con il pieno dispiegarsi dell’industria delle trasformazioni e conservazioni alimentari. Frigoriferi e freezer, barattoli e scatole, pratiche antiche e tecniche modernissime capaci di garantire lunga e buona vita a prodotti freschi e freschissimi saranno protagonisti di un ampio e suggestivo racconto. Un racconto che metteremo, ovviamente, on line, ma che avrà anche una versione cartacea. On demand e personalizzabile. Una monografia o meglio monografie a tema che crediamo potranno interessare le tante e importanti aziende che operano nel territorio al quale anche noi facciamo fisicamente riferimento. E che viene chiamato food-valley.