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Carta Etica dell’Acqua

Una carta per invertire la rotta. Rendere visibili i diritti per renderli concreti

di Stefania De Cesare


(fonte immagine)

È questo il criterio seguito dal CIPSI-Solidarietà e Cooperazione (Coordinamento nazionale di 45 organizzazioni non governative), dal Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua e dal Centro di volontariato internazionale (Cevi), che recentemente hanno presentato al Parlamento Europeo un documento per la gestione dell’acqua secondo principi di accessibilità, risparmio, responsabilità e utilità per tutti.

La «Carta Etica dell’Acqua», un manifesto per tutelare l’oro blu, contiene proposte e principi per governi, istituzioni, associazioni e imprese con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’acqua come bene comune e, attraverso azioni di sensibilizzazione, orientare concretamente le scelte riguardanti l’utilizzo, mirando a comportamenti individuali più consapevoli, sia a livello di istituzioni che di privati.

Ad oggi i dati non lasciano margine di attesa: 1,6 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile; 2,6 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base; 5 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie legate all’acqua; 1,8 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie connesse alla mancanza d’acqua potabile (4.900 bambini al giorno), un bambino nato in un paese industrializzato consuma acqua da 30 a 50 volte più di un bambino di un paese povero.

In Italia si perdono 104 litri d’acqua per abitante al giorno, pari al 27% dell’acqua prelevata; 1/3 degli italiani non ha un accesso regolare e sufficiente di acqua potabile; ogni italiano consuma 213 litri di acqua al giorno: 39% per bagno e doccia, 20% per sanitari, 12% per bucato, 10% per stoviglie, 6% per cucina, 6% per giardino e lavaggi auto, 1% per bere e 6% per altri usi.

Attivo ormai da venticinque anni, il CIPSI Promuove in Italia molte campagne come «Libera l’Acqua» per l’accesso universale all’acqua potabile e per finanziare progetti per una corretta gestione solidale ed eco-compatibile della risorsa acqua nel mondo. Questa volta però il passo ha nettamente superato la gamba ed è arrivato direttamente a Bruxelles, dove proprio la presenza di questo documento ha dimostrato come un’inversione di rotta possa essere possibile.

«L’acqua è un bene comune che appartiene a tutti gli esseri umani e ad ogni specie vivente; l’accesso all’acqua è un diritto umano, universale, inalienabile; la proprietà, il governo e il controllo dell’acqua, in particolare della gestione e dei servizi idrici, devono restare pubblici; l’accesso all’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà tra i popoli, le comunità, i paesi, nel rispetto dei diritti umani.» Sono questi alcuni tra i più rilevanti punti della Carta Etica, consultabile al sito www.cipsi.it.

«Le indicazioni contenute nel documento – ha spiegato Guido Barbera, Presidente di CIPSI-Solidarietà e Cooperazione – sottolineano con urgenza la necessità di un uso sostenibile di quello che deve essere considerato il bene più prezioso del pianeta. Mentre oggi nel mondo il 12% della popolazione usa e spreca l’85% delle risorse idriche, l’accesso partecipato all’acqua può infatti contribuire al rafforzamento della solidarietà tra i popoli, le comunità, i paesi.»

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