
L’acqua è troppo salata
L’Associazione Famiglie Numerose di Cremona lancia l’allarme
di Giorgia Cipelli
Cara acqua, quanto ci costi. Il servizio idrico è troppo salato, secondo l’Associazione Famiglie Numerose. Che lancia l’allarme contro le bollette dell’acqua troppo alte, chiedendo alle autorità competenti di tenere in considerazione il reddito e il numero dei componenti del nucleo familiare. Roberto Vitali, coordinatore provinciale della sezione cremonese dell’associazione, si è fatto portavoce delle richieste di tante famiglie con diversi figli a carico, esasperate dai costi troppo elevati da sostenere. Ha quindi lanciato l’appello all’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale e alla Provincia di Cremona, affinché vengano adottati criteri più equi e gli enti competenti «si assumano l’impegno di adottare correttivi alla tariffa, tenendo conto delle istanze delle famiglie numerose e di quelle con condizioni reddituali più svantaggiate. Auspichiamo che in futuro cambi qualcosa, perché diversamente si creano disparità con cittadini di serie A e di serie B».
Vitali specifica: «Il sistema di fornitura utilizza la tariffazione scaglionata con l’intento di favorire le utenze deboli e scoraggiare lo spreco dell’acqua. In realtà, gli scaglioni, con aumento progressivo delle tariffe, favoriscono solamente il nucleo familiare composto da poche persone. Oltretutto, la tariffazione non considera il reddito, perciò il notaio che vive da solo nell’attico paga l’acqua come l’operaio che vive nell’appartamento al piano terra. I nuclei familiari numerosi che, per esempio, usano virtuosamente l’acqua, utilizzando gli elettrodomestici sempre a pieno carico e facendo della sobrietà e del risparmio un vero stile di vita, risultano invece fortemente penalizzati, nonostante il consumo pro capite risulti grandemente inferiore agli utenti singoli».
Dal canto suo, l’Ato ribadisce il proprio impegno per la promozione di azioni tese a rendere sostenibili le tariffe idriche per tutti gli utenti deboli del servizio, fra cui anche le famiglie numerose. Un principio di equità che, fra l’altro, è richiamato dalla delibera in cui si approva il Piano d’Ambito e quindi resta come linea guida per il Cda.
In risposta a Vitali e all’Associazione Famiglie Numerose, Pieremilio Bergonzi, già presidente dell’Ato che ora ha passato il testimone al presidente della Provincia Massimiliano Salini, ha spiegato: «Un’articolata rete di pesi e contrappesi nel calcolo dei nuovi valori premia gli utenti che, con responsabilità etica, utilizzano l’acqua in modo corretto, evitando gli sprechi. Appena possibile, vi è l’impegno formale di adottare correttivi della tariffa per tener conto delle istanze delle famiglie più numerose e di quelle con condizioni reddituali svantaggiate». Inoltre, «con le nuove tariffe per uso domestico, il costo di 1.000 litri d’acqua prelevata dalla falda acquifera (a oltre 150 metri di profondità), potabilizzata, distribuita in tutte le case, raccolta e ricondotta ai fiumi, attraverso le fognature e gli impianti terminali di depurazione, è di poco superiore a un euro. In pratica, il costo di un quotidiano, di una tazzina di caffè, di un biglietto per il mezzo pubblico, equivalgono al costo dell’acqua utilizzata in un giorno intero da una famiglia di cinque persone».
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