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L’acqua vissuta dagli sportivi

di Matej Milanovic


(fonte immagine)

Cos’è l’acqua? Sembra una domanda banale e fatta a persone qualunque probabilmente produrrebbe risposte banali. Ma come viene vissuta l’acqua dalle persone che ci passano dentro gran parte delle proprie giornate, da coloro i quali vivono grazie all’acqua e che in questo preziosissimo liquido ci lavorano? Per saperlo abbiamo chiesto ad alcuni giocatori di pallanuoto e a un nuotatore, tutti campioni nelle proprie discipline, come vivono il loro rapporto con l’acqua e cosa rappresenta per loro l’acqua. Il risultato sono state un paio di risposte ovvie, ma anche pensieri più profondi delle solite banalità.

Fran Paskvalin è un pallanuotista croato, attualmente alla squadra del Leonessa Brescia. Lui l’acqua la vive come parte del suo lavoro e non ci vede alcun particolare poetico: «L’acqua per me è un lavoro e la fonte di successi e insuccessi sportivi. Penso che con la permanenza quotidiana nell’acqua ci si migliora continuamente e si arriva vicini all’obiettivo prefissato, la vittoria.»

Un pensiero opposto ci viene invece offerto da Matteo Aicardi, giovane giocatore del Rari Nantes Savona che ha già raccolto un numero cospicuo di presenze con la nazionale italiana. Aicardi considera l’acqua parte integrante della propria vita e non riesce a immaginare la sua esistenza senza di essa. Come tutti verrebbe da dire, ma il giovane pallanuotista ammette anche che si sente più a suo agio nell’acqua, dove le cose gli vengono più naturali: «L’acqua è vita per tutti, ma per me lo è ancora di più perché tutto quello che faccio in acqua lo faccio meglio e con più naturalità di quello che faccio fuori dall’acqua. L’acqua mi fa stare bene, mi scioglie, mi fa passare il raffreddore, senza di essa non vivrei proprio.»

A metà strada tra i due punti di vista si trova Federico Mistrangelo, compagno di squadra di Aicardi sia al Savona che in nazionale. Mistrangelo considera l’acqua una parte importantissima della sua vita, ma confessa che il fatto che per lui l’acqua sia anche un lavoro a volte rende difficoltoso il suo rapporto con questo liquido così importante: «È da quando sono bambino che vivo in costante contatto con l’acqua. È ovvio che quando diventa un impegno così grande, il piacere si perde e il rapporto cambia, specie se ci si allena in inverno all’aperto anche con la neve sul bordo. Ma basta una settimana di riposo a far riscoprire il piacere di un tuffo e una nuotata. Non so come sarà la mia vita tra qualche anno ma sicuramente mi mancherà quello che ora a volte mi sembra un peso.»

Infine, c’è il pensiero di Gordan Kozulj, quello che offre la visione più profonda dell’acqua e del rapporto che l’uomo può avere con essa. Kozulj è un ex nuotatore croato dei 100 e 200 dorso che vanta svariate medaglie sia a livello europeo che mondiale. Il suo pensiero aggiunge un interessante visione dell’acqua, che per lui è un luogo nel quale sentirsi al sicuro, nel quale fuggire dalla realtà e rifugiarsi nei momenti difficili: «Ho cominciato a fare nuoto a sei anni. Ora ne ho 33. Ho molta difficoltà a dividere la mia infanzia dal nuoto e quindi dall’acqua. Tutti i miei ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza sono legati all’acqua. L’acqua è una parte integrante della mia vita. Ancora oggi faccio allenamenti regolari e mi sento molto meglio quando passo almeno una parte della giornata nell’acqua, dove sono sempre rilassato. Molto spesso l’acqua è anche un modo per sfuggire ai problemi, alla realtà. Quando ti immergi nell’acqua è come se lasciassi tutti i tuoi problemi sulla terra ferma, mentre tu sei circondato dal silenzio e dalla tranquillità. Per me è una forma di meditazione.»

L’acqua è vita per tutti ma chi ci passa la propria vita può farci notare ancora di più quanto è speciale e particolare e farci apprezzare ancora di più uno dei beni più preziosi del nostro mondo. Così la prossima volta che andremo a fare il bagno forse ci renderemo conto anche noi che nell’acqua certe cose vengono quasi più naturali, e che effettivamente nell’acqua ci si può anche rifugiare a riflettere quando c’è ne è bisogno.

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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