
Perché l’acqua non va sprecata?
Analisi di una domanda in apparenza banale
Perché l’acqua non va sprecata? La domanda può sembrare fin troppo elementare, forse persino inutile, eppure, con un’analisi più attenta, si capisce che così non è. L’acqua è un bene teoricamente rinnovabile, capace di autofiltrarsi e tornare disponibile semplicemente seguendo il suo ciclo: ciò che sgorga limpido da un rubinetto, passando per le fogne e arrivando poi fino al mare, una volta evaporato, ripiovuto sulla terra e filtrato dalle rocce, dovrebbe essere nuovamente disponibile e quindi non definitivamente perso. Cos’è allora che frena questo processo? L’acqua non va sprecata solo per un problema di trasporti costosi? Ma anche riparare le perdite delle tubature non ha dei costi? Analizzando con criterio il problema si capisce come sia determinato da una serie di concause.
RICHIESTA. Domanda ed offerta d’acqua sono concatenate tra loro in un circolo vizioso. A livello locale, la richiesta d’acqua è evidentemente maggiore in estate, sia per le alte temperature e il bisogno di refrigerio, sia per l’irrigazione di tutte quelle coltivazioni (la maggior parte) che daranno i loro frutti nei primi mesi d’autunno. È proprio nel periodo estivo, però, che le acque che si invasano nei fiumi scarseggiano. A livello globale, invece, l’ascesa di grandi Paesi in via di sviluppo andrà presto andare a cozzare con le riduzioni di acqua piovana del 30% a cui il pianeta dovrà in breve far fronte; riduzioni causate dai mutamenti climatici dovuti proprio (ma non solo) al crescente numero di Nazioni inquinanti. Un’elevata domanda e una scarsa offerta rendono spesso insufficiente la quantità di bene disponibile.
QUALITÀ. L’acqua che usiamo è un’acqua di qualità. Una volta trattata per l’uso domestico, è in grado di assolvere diverse funzioni: il bagno o per l’igiene personale (32%), l’alimentazione (12%), il lavaggio dei piatti (3%). Ma l’acqua potabile viene utilizzata anche per funzioni in cui non è strettamente indispensabile: per il wc (30%), per il bucato (12%) e per annaffiare piccoli appezzamenti (8%). La semplice acqua piovana, risultato del suo naturale ciclo, non sarebbe adatta a svolgere tutti questi compiti.
COSTI. Come tutte le cose di qualità, anche l’acqua ha un suo prezzo: un prezzo elevato. Non è infatti semplice riuscire a depurarla; basti considerare come anche una notevole quantità pulita, venendo in contatto con pochi agenti inquinanti, risulterà totalmente compromessa. Lasciare un rubinetto aperto, anche solo per qualche secondo, porterà decilitri di acqua in più nelle fogne, inquinandola. Se quest’abitudine diventa una costante, i decilitri saranno litri; se in molti hanno quest’abitudine, i litri diventeranno tragedia.
Senza voler poi entrare nei vari casi di depuratori fantasma o mal gestiti da enti pubblici con pochi scrupoli verso l’ambiente, è utile comprendere come questi decontaminatori funzionano. O meglio non funzionano. Molti depuratori, se la concentrazione degli inquinanti è troppo bassa o variabile, non svolgono il loro compito a dovere. Ancora più grave %è il fatto che, essendo spesso all’aperto, le acque piovane possano sommarsi a quelle sporche rendendole semplicemente eccessive ed ingestibili. In queste condizioni le acque vengono ‘scolmate’, accade cioè una parte di esse viene fatta arrivare a valle senza passare dal depuratore. Quest’acqua sporca a sua volta inquinerà altra acqua di fiumi e bacini, fino al mare, trasportando un notevole carico di azoto rilasciato dalle feci.
Ai fiumi però non arrivano solo i liquidi scolmati dai depuratori, ma anche quelli incoscientemente rilasciati da impianti industriali o da scarichi di irrigazione. Queste acque sono spesso contenitori di prodotti chimici con effetti eutrofizzanti: microrganismi e alghe si nutrono di questi veleni (ciò potrebbe anche essere un vantaggio) assorbendo però una così tanto grande quantità di ossigeno da far morire pesci ed altre creature per asfissia.
MORALE. Un miliardo e mezzo di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile. Ogni venti secondi nel mondo un bambino muore di sete. In medio Oriente e in Africa, l’acqua è bottino di guerra. Basterebbero solo queste affermazioni e un pizzico di buona coscienza per capire perché l’acqua non vada sprecata.
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