
Cosenza all’ultimo posto…
… tra i capoluoghi di provincia per quanto riguarda le perdite idriche
di Giorgia Rogati
La cittadina di Cosenza, una dei cinque capoluoghi di provincia della Calabria, risulta, secondo una indagine di Legambiente, quella che ha sprecato la maggiore quantità di acqua potabile. Il vicesindaco Franco Ambrogio ha assicurato che l’amministrazione comunale sta provvedendo alla risoluzione del problema.
Secondo Legambiente viene sprecato nel capoluogo il 67% dell’acqua. Il vicesindaco ha indicato i lavori eseguiti e quelli da eseguire per la risoluzione del problema. Cosenza riceve acqua potabile dagli acquedotti dell’Abatemarco e del Bufalo, gestiti dalla Sorical, dal Merone, dal Timpafusa, dallo Zumbo e da pozzi che gestisce direttamente. Viene considerata – secondo Legambiente – «una rete colabrodo», quella che relega Cosenza all’ultimo posto nazionale tra i centoquattro capoluoghi di provincia per le perdite idriche.
Solo il 33% dell’acqua immessa nella rete, secondo l’inchiesta degli ambientalisti, viene consumata dai cittadini mentre il resto non si sa dove va a finire. Secondo il vicesindaco Franco Ambrogio, che ha anche la delega al servizio idrico, il comune di Cosenza ha difficoltà ad immettere tutta l’acqua nelle condutture idriche. C’è anche un’alta percentuale di evasione tributaria rapportando la quantità d’acqua immessa nella rete e quella pagata dai cittadini. Sempre secondo le notizie diffuse da Legambiente il vicesindaco ha rilasciato delle dichiarazioni.
«Non si verificano allagamenti – sostiene Ambrogio – ma ciò non significa che non ci siano perdite. Il problema non viene sottovalutato tanto è vero che è stata istituita una commissione di lavoro che ha evidenziato che la rete idrica comunale va rivista. Con un finanziamento di 2,3 milioni di euro il comune è intervenuto nei tratti relativi a piazza Riforma, piazza Amendola ed altre zone a nord sino al Crocifisso. È stato completato anche il progetto per ulteriori lavori finanziari con altri 2,5 milioni di euro del ministero e riguardanti il comprensorio che da piazza Riforma va sino a piazza Cappello». Ambrogio sottolinea poi che un’altra difficoltà da risolvere è la presenza in più punti della sovrapposizione tra vecchia e nuova rete.
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