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Marelize Botes: “Quel filtro ci aiuterà a migliorare la qualità della vita”

di Silvia Parmeggiani

 

“Bere e utilizzare acqua pulita è una necessità umana fondamentale e serve un intervento immediato per salvare la vita di milioni di persone”. E’ questo che sostiene la dott.ssa Marelize Botes, ricercatore post dottorato e membro del team di ricerca del Prof Eugene Cloete allo Stellenbosch University (South Africa).

A Cloete va il merito di aver ideato -insieme alla sua squadra- la rivoluzionaria “Tea bag”, il filtro ecologico a forma di bustina da tè che rivoluzionerà un’era. Ma prima va commercializzato. “Oltre 300 milioni di persone nel continente africano” spiega la dott.ssa Botes “non hanno accesso all’acqua potabile e più del 90% dei casi di colera si riscontrano proprio in Africa. Il filtro per l’acqua è un dispositivo di purificazione semplice, facile da inserire e può essere utilizzato su larga scala”.

Il prezzo, infatti, sarà competitivo e permetterà, anche dalle classi meno abbienti, il suo acquisto. “Sarà più conveniente rispetto a qualsiasi altro filtro vecchio che si ha in casa. Inoltre, rendendolo accessibile a tutti con molta probabilità si ridurrà anche la quantità di persone a contatto con acqua inquinata. Questo significa che la qualità della vita e, in generale, la salute della popolazione miglioreranno e che le malattie tra i bambini subiranno un forte rallentamento. Il filtro potrà essere portato a scuola o a lavoro. E’ facile da usare e non necessita di cambiamenti abitudinari, di manutenzione o altro”. Inoltre, avrà benefici ad impatto ambientale. “Il filtro sarà un prodotto ecologico con emissioni di Co2 pari a zero. Usando il filtro –dal costo più basso rispetto all’acqua in commercio– si ridurrà anche l’uso delle bottiglie di plastica. Il filtro sarà economico, piccolo, leggero e facile da distribuire in grandi quantità. E, vista la sua composizione (formato da carboni attivi), non c’è neppure il rischio di dispersione nell’ambiente di sostanze tossiche né di batteri.

E questo lo si deve alla sua progettazione. “La ricerca del Prof Cloete” spiega la dott.ssa Botes “è partita con l’isolamento e la creazione di nano fibre antimicrobiche per applicazione industriale. Le ricerche antimicrobiche sono state condotte per 18 mesi, filando le nano fibre in piccoli filtri dalla forma discoidale attraverso cui l’acqua è stata filtrata. Abbiamo pensato: perché non applicare su larga scala questo progetto? E così è nato il filtro economico per il trattamento delle acque, dalla combinazione di nano fibre elettro-filate sopra un sacchetto di carta da tè”. Per ora è ancora un brevetto: al momento, infatti, sono impegnati nel programmare il processo di produzione. “Sarà siglato un accordo esclusivo” assicura Marelize Botes “che provvederà a offrire opportunità di lavoro in Sud Africa. E poi, le percentuali percepite dalla Facoltà di Scienze verranno usate per finanziare la ricerca e il lavoro degli studenti”

 

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Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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