
Acqua: dopo il referendum? Tutto resta uguale
di Silvia Parmeggiani
L’inaugurazione di A riva la machina allo stand di Emiliambiente
Cos’è cambiato dopo la vittoria dei 4 sì? Le aziende private che gestivano i servizi idrici continueranno a farlo? E quelle pubbliche? Sostanzialmente, a 5 mesi dal’esito del referendum che avrebbe dovuto rivoluzionare la gestione del bene pubblico per eccellenza, l’acqua, non è mutato nulla.
Abbiamo intervistato Emiliano Occhi, presidente di Emiliambiente, l’azienda che si occupa del servizio idrico per i comuni di Busseto, Colorno, Fidenza, Fontanellato, Polesine P.se, Roccabianca, Salsomaggiore Terme, San Secondo P.se, Sissa, Soragna, Torrile, Trecasali, Zibello. L’incontro a Fidenza, allo stand di Emiliambiente promosso durante la manifestazione “A riva la machina” che si è tenuta lo scorso 8 ottobre nel quartiere artigianale “La Bionda” a pochi passi dal centro di Fidenza.
IL REFERENDUM, LA LEGGE FITTO RONCHI E LA FINANZIARIA
“Se il primo quesito sancisce che l’acqua è pubblica, è il secondo quesito del referendum che ha davvero abrogato un articolo legislativo, quello che prevedeva la remunerazione del capitale. Nonostante l’abrogazione, però, ci sono articoli precedenti che obbligano il pagamento del servizio erogato dal gestore”. E’ quanto anticipa Emiliano Occhi che prosegue raccontando dal suo punto di vista il tema della gestione dell’acqua. “Oggi si sa per certo che il servizio erogato deve essere gestito come da accordi e il fatto che ci siano altri articoli di legge -non abrogati- che obbligano la rimunerazione del servizio, fanno in modo che la situazione rimanga la stessa di oggi. Il referendum è stato abrogato” precisa “ma è il legislatore che deve dare una soluzione e ancora non è stato fatto nulla”. E allora i giochi sono gli stessi di prima, almeno per quanto riguarda il capitolo Emiliambiente.
un momento dell’intervista ad Emiliambiente
E, sul referendum, Occhi ha ancora un’ultima cosa da specificare: “Sappiate che la nuova finanziaria ha re-introdotto la 23/bis e così la volontà referendaria è stata tradita”. Il presidente si riferisce all’articolo della legge Fitto Ronchi abrogato mettendo la croce sul sì sul primo quesito referendario. Allora stabiliva come e a chi affidare la gestione del servizio pubblico, tra cui quello dell’acqua ma, seppur abrogato a giugno, oggi ritorna nella nuova finanziaria sotto una nuova veste. Reintegrato, ma solo parzialmente, il 23 bis permetterà ai privati di entrare nella gestione di molti servizi pubblici locali, dai rifiuti, ai trasporti ed altre fondamentali utility per i cittadini. Per il momento l’acqua è esclusa nell’ultimo comma dalla cessione ai privati, anche se la reintroduzione di buona parte della legge di certo crea terreno fertile per future manovre sul sistema idrico.
Ma i cittadini serviti da Emiliambiente non avranno di che preoccuparsi. Per ora non sono previsti cambiamenti né aumenti di tariffe ma, anzi, saranno implementati alcuni servizi. Tra questi: potenziamento del sistema depurativo per le acque di scarico, interventi di depurazione e per preservare le riserve dell’acqua, miglioramenti per i servizi idrici della montagna e, in collaborazione col comune di Fidenza, il rafforzamento del collettamento fognario che da Salsomaggiore passa per Fidenza per qualificare l’asse Ghiara- Val Stirone. Ma dicevamo: e le tariffe? “Oggi il costo dell’acqua è di circa 1 euro e 70 centesimi per 1000 litri. Se pensiamo che una volta si andava a prendere l’acqua col secchio nelle fontane pubbliche e poi quella stessa acqua doveva durare tutta una giornata…” ricorda Emiliano Occhi “pensiamo a cosa possiamo fare oggi con 1000 litri. Certo è che tanti enti si occupano delle stesse mansioni per questo, forse allora, sarebbe meglio una razionalizzazione più ragionata dei servizi”.
TROPPI ENTI?
Come cambia la realtà di un comune quando offre la gestione dei servizi ad enti pubblici o privati? Migliora la pianificazione di controllo, gli interventi e gli investimenti. “Abbiamo 3 gestori sul territorio” spiega Giancarlo Castellani, assessore provinciale all’ambiente. “Montagna 2000 (gestore pubblico), Iren (gestore privato) e Emiliambiente (gestore pubblico). Avere più gestori articolati sul territorio può essere un vantaggio per l’utenza: utile per instaurare un rapporto più diretto e per conoscere le reali esigenze del cittadino. Emiliambiente ed Iren riescono a gestire il loro territorio in modo adeguato mentre Montagna 2000 presenta più problemi a causa degli sprechi che vengono a presentarsi nel territorio montanaro. Però, troppi enti che lavorano sulla gestione dell’acqua possono essere anche uno svantaggio perché si rischia di perdere tempo sulla gestione di determinati problemi e risorse per replicare gli stessi interventi”.
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