
Ma davvero sei allergico all’acqua?
di Nicola Negri
La cosiddetta “allergia all’acqua” è conosciuta in ambito dermatologico- allergologico solamente attraverso la definizione di orticaria fisica acquagenica. Questa forma risponde all’estesa categoria delle Orticarie di tipo fisico; esse sono innescate da fattori di tipo appunto fisico, quali ad esempio il sole, il freddo o, in questo caso, l’acqua. In tutto il mondo, le persone che soffrono di questa malattia sono tra le trenta e le quaranta, pari a un caso su 230 milioni.
Per quanto riguarda le cause ipotizzate, la nascita di un figlio sembra poter rivestire un ruolo importante nella “storia” della patologia: in alcuni casi, infatti, il parto ha attenuato il disturbo; in altri, invece, esso è stato la causa scatenante dell’insorgenza. Quest’ultimo è il caso di una donna inglese, Michaela Dutton; da quando ha dato alla luce Mitchell, Michaela non è più in grado di fare una doccia che duri più di dieci secondi una volta la settimana, fare il bagnetto al figlio o avere qualsiasi altro contatto prolungato con l’acqua, pena la comparsa di dolorose vesciche e macchie. Per dissetarsi Michaela ricorre alla cosiddetta diet coke, ma quella che per chiunque è una semplice giornata piovosa, per la donna, costretta a chiudersi in casa, è un incubo. L’unica terapia finora adottata, a base di antistaminici e raggi ultravioletti, non ha avuto sulla donna alcun successo.
In un altro caso emblematico, quello di Ashleigh Morris, ragazza australiana appena ventenne, la causa è invece da ricercarsi secondo Rodney Sinclair, il dermatologo che la segue da cinque anni, in una dose eccessiva di penicillina assunta dalla giovane per guarire da una forte tonsillite; quantità che le avrebbe alterato i livelli di istamina nel corpo, provocandole l’allergia. Ashleigh, come Michaela, cerca di mantenere sempre altissima la propria igiene personale, pur potendo a sua volta permettersi non più di una doccia di breve durata alla settimana. La ragazza di Melbourne non può ovviamente neanche dissetarsi liberamente o entrare in contatto con il proprio sudore corporeo; in caso contrario, le conseguenze sono quelle descritte nel caso della Dutton. Nonostante tutti questi impedimenti, Ashleigh cerca di svolgere una vita il più normale possibile: studia infatti giornalismo e pubbliche relazioni, mantenendosi gli studi con un lavoro da impiegata.
Un nuovo motivo per sperare in una vita più normale per Michaela, Ashleigh e le poche altre persone che soffrono di questa fastidiosissima allergia, potrebbe essere rappresentato da una crema a basse di peperoncino. Con un preparato a base di capsaicina, una sostanza derivata appunto dal peperoncino piccante, un gruppo di dermatologi delle Università di Firenze e Siena, guidato dal professor Lotti, ha trattato per quattro settimane un gruppo di pazienti, con risultati particolarmente incoraggianti.
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