
Utility app 2011? E’ green e aiuterà a smistare i rifiuti
di Alessandro Assad
A imporre la raccolta differenziata fu la Comunità Europea (CEE), inizialmente con una direttiva nel lontano 1975, successivamente modificata, fino ad arrivare all’obbligo del 35% per ogni comune italiano. Obbligo questo che arriverà al 65% entro la fine dell’anno appena iniziato.
Presto non vedremo più per strada i cassonetti di diverso colore: marrone per il non-riciclabile, verde per il vetro, blu per la carta e così via perché nella maggior parte dei comuni italiani, da Milano a Torino, passando per alcuni quartieri di Napoli e Palermo, si pratica (o si sta iniziando) la raccolta porta a porta.
Non sono dunque più i cittadini a portare i rifiuti nel cassonetto, ma gli incaricati dell’azienda che passano nelle case a ritirarli. Ogni giorno una tipologia diversa. Il problema che sta emergendo, però, un po’ ovunque, è che i cittadini, pur essendo stati informati in vario modo e a più riprese, fanno ancora fatica a distinguere e dividere correttamente i rifiuti. Infatti, capita spesso di vedere bidoncini familiari, davanti al cancello di casa, non svuotati perché evidentemente non si riesce a separare correttamente il contenuto.
Gli errori più comuni sono dati da scontrini, fazzoletti sporchi e cartoni da pizza nella carta, da ceramica gettata nel vetro e opuscoli pubblicitari buttati insieme al cellophane; oppure da bottiglie di plastica schiacciate, ma che andavano solo appiattite, per potere essere riconosciute dalla macchina selezionatrice della discarica.
Oggi però un grosso aiuto ce lo può dare la tecnologia. Avete presente la nota affermazione “esiste un’app per tutto”? Ebbene sì: oggi esiste un’app che ci aiuta a capire come dividere il “rusco”. Si chiama “dizionario dei rifiuti”. L’ha sviluppata un diciottenne italiano, di Matera per la precisione, Francesco Cucari. “L’idea mi è venuta un anno e mezzo fa, quando l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta nella mia città, Rotondella, ha suscitato confusione e dubbi”, ci dice. In pratica, basta inserire nello spazio di ricerca il nome del rifiuto e l’app ci dirà dove buttarlo. I termini disponibili sono 800 e l’app fornisce eventuali suggerimenti sul nome o la categoria del rifiuto corretta. “Non voglio fare soldi, mi piace realizzare qualcosa che aiuti le persone”, aggiunge. Infatti l’app è completamente gratuita e la si può trovare sull’AndroidMarket, ma a breve dovrebbe arrivare anche la versione per IPhone e IPad. In pochi mesi è già stata scaricata da magliaia di persone che, per ottimizzarla al meglio, possono comunicare con lo sviluppatore tramite e-mail o sms.
Ma questa non è l’unica app che ci aiuta nello smaltimento dei rifiuti. Oltre a quella di Francesco Cucari, c’è “RAEEporter”. L’app altro non è che la declinazione mobile (e gratuita) di RAEEporter 2.0, iniziativa sviluppata da Ecodom e Legambiente, pensata per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della corretta gestione dei rifiuti elettronici ed elettrici. I cittadini sono chiamati, smartphone alla mano, a fotografare gli oggetti ingombranti abbandonati in modo improprio. Lo scatto viene inviato al sito raeeporter.it e l’anomalia viene comunicata da Ecodom all’ente competente, che di solito è il Comune o la società incaricata della raccolta.
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