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Piste ciclabili: la risposta della Germania è un’autostrada

di Dalila Federico

Una notizia che farà sicuramente contenti ecologisti e amanti dello sport proviene dalla vicina Germania e rappresenta un’importantissima svolta in termini di sostegno ambientale: si tratta del progetto Radler B-1 e prevede la costruzione di un’autostrada per sole biciclette.

Si tratterebbe di una pista ciclabile davvero eccezionale, da record, perché sarà una vera e propria autostrada dedicata a tutti coloro che amano spostarsi in sella alle loro due ruote rigorosamente ecologiche.

Le città di Dortmund e Duisburg, che si trovano nella regione della Ruhr, una delle aree più popolate del Paese nonché uno dei maggiori centri industriali, secondo il progetto saranno presto collegate da quella che sarà un’autostrada ecologica e unicamente ciclabile. Questo tratto, proprio a causa del massiccio traffico di pendolari che ogni giorno la percorrono per recarsi al lavoro, è particolarmente problematico.

Jens Hapke, dirigente dell’azienda che gestisce i trasporti urbani e regionali della Rurh, ricorda che “nella zona vivono più di due milioni di persone, molte delle quali già oggi spesso preferiscono usare la bicicletta anziché l’auto per spostarsi ogni giorno da pendolari“.

Non è, dunque, un caso se proprio qui è stata avvertita la necessità di sperimentare un percorso di questo tipo, soprattutto per l’esigenza manifestata da molti pendolari di cambiare mezzo di trasporto per evitare questi disagi.

 

Questa enorme pista ciclabile dovrebbe essere lunga 60 chilometri e larga cinque metri. La strada sarà totalmente asfaltata e tutta rigorosamente in pianura, senza incroci o curve troppo strette e inoltre ben illuminata. Insomma un vero e proprio paradiso dei ciclisti, che sarà realizzato parallelamente all’autostrada che collega le due città tedesche.

In Germania sono moltissime le persone che hanno già rinunciato alla macchina per preferire le ecologiche biciclette: i nuovi pendolari delle due ruote eco sostenibili potranno presto contare su un’autostrada dedicata ai loro spostamenti “green”. Così si risolveranno i problemi di traffico ma anche di inquinamento. Per non parlare del vantaggio per la salute dei ciclisti!

 

Spostandoci in territorio italiano la situazione per gli appassionati delle due ruote ecologiche diventa meno attraente ma, seppur lontani dalla costruzione di un’autostrada sul modello di quella tedesca, alcuni esempi positivi ci sono.

Legambiente ha pubblicato un interessante dossier sulle biciclette e le piste ciclabili in Italia, frutto di un’indagine condotta per più di un anno nei capoluoghi italiani. In Italia è cresciuta la voglia di spostarsi in bicicletta, soprattutto nelle metropoli, e sono cresciute anche le piste ciclabili che hanno raggiunto nel 2009 il record assoluto di 3.227 km (circa 380 km più del 2008 e 730 km più del 2007). A Reggio Emilia e Lodi spetta lo scettro di città più ciclabili d’Italia. Ma la città emiliana non è quella con più chilometri di piste ciclabili né la città con il maggior numero di ciclisti; questa classifica è da leggere attraverso il nuovo parametro di valutazione introdotto per l’occasione dall’associazione ambientalista: l’indice di “ciclopedonalità”.

Un nuovo parametro politico che in pratica misura quanto hanno lavorato gli amministratori per integrare i vari mezzi di spostamento all’interno del loro territorio.

L’idea di effettuare una ricerca a partire da questo nuovo parametro nasce dalla constatazione che spesso non basta aumentare i chilometri di piste ciclabili per favorire la ciclopedonalità di una città. Infatti dal 2000 ad oggi i chilometri di piste ciclabili in Italia sono quasi triplicati ma la percentuale di spostamenti urbani sulle due ruote è rimasta pressoché invariata (3,8%).

La segnaletica, le aree a traffico limitato, l’integrazione della rete ciclabile con quella dei trasporti pubblici (treni, autobus, ecc.), la sicurezza (manutenzione piste, dossi e limitatori di velocità per le automobili in prossimità dei percorsi ciclabili) sono tutti fattori che influiscono sull’utilizzo delle biciclette da parte dei cittadini e che troppo spesso vengono trascurati dalle amministrazioni pubbliche.

Nel panorama generale si osserva che ancora l’Italia della bici va a rilento; le piste ciclabili sono complessivamente poche e corte: solo otto città possiedono percorsi ciclabili più lunghi di 100 chilometri. Gli esempi virtuosi certo non mancano: a Padova c’è la più alta densità di vie ciclabili, con 140.000 spostamenti ciclistici ogni giorno, e a Ferrara i ciclisti urbani sono un terzo della popolazione.

 

Affinché si arrivi ad una maggiore diffusione dell’utilizzo della bici si deve operare ovviamente a partire dalle amministrazioni pubbliche, con più piste facilmente percorribili anche in zone periferiche, specifici “punto bici” dove è possibile fittare il mezzo, ma anche giornate e iniziative che ne promuovono e invogliano l’utilizzo.

Chi può e deve contribuire in maniera determinante siamo ovviamente anche tutti noi: è senza dubbio di primaria importanza che ci sia un riscontro da parte dei cittadini. Si può cominciare col risvegliare le nostre coscienze ecologiche e poi il resto è molto semplice: lasciare la macchina (e la pigrizia) in garage e iniziare a pedalare è davvero un gesto che possiamo fare tutti!

 


 

 

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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