
Tecnica sull’acqua: lo Suminagashi
di Martina Pellecchia
Lo Suminagashi (in italiano “inchiostro fluttuante”) è un’antica forma di arte giapponese diventata celebre nel mondo Occidentale per la grazia e i motivi suggestivi trasmessi con semplici gesti. La tecnica prevede la riproduzione sul pelo dell’acqua di tematiche naturaliste come fiori, cieli e colline che, ricreate con inchiostro di China e fiele di bue, vengono alla fine impresse su un foglio di carta porosa capace di assorbirne i colori.
Diffusasi dopo l’anno 1000 aveva, inizialmente, uno scopo divinatorio: si credeva che, attraverso le tracce di inchiostro diluite nell’acqua, si potesse leggere il futuro. Le forme morbide ed eleganti tracciate dal ‘sumi’, l’inchiostro di china, sono disegni fantastici dettati dalla fantasia che si vanno successivamente a modificare in seguito al movimento sinuoso dell’acqua che deforma i colori creando immagini suggestive.
Privato dei poteri divinatori del passato, lo Suminagashi è oggi una tecnica artistica che impone il suo essere con la raffinata e leggiadra eleganza dell’acqua e dei colori che si espandono sulla sua superficie con fare danzante e che trasmettono un senso di pura connessione con il mondo.
La sua tecnica è molto semplice. bastano una piccola quantità di sumi che viene prima sciolta in una pietra d’ardesia e poi raccolta, goccia dopo goccia, con l’ausilio di un pennello morbido ed un recipiente per contenere l’acqua che solitamente è piatto e largo per permettere la fluidità del colore. Con la punta del pennello si fa una piccola macchia nera che viene sfiorata con la punta di un differente pennello intriso di una sostanza dalla consistenza oleosa: il colore, mosso dalla spinta del secondo pennello, tende ad aprirsi ampliandosi verso l’alto. L’alternarsi dei due pennelli è un azione continua che si ferma solo quando il disegno è completo, e cioè, totalmente espanso, simile a una fioritura.
Infine, viene adoperato un foglio poroso per riuscire a intrappolare il disegno su carta prima che l’essenza incorporea dell’acqua possa dissolverlo. Si pone meticolosamente il foglio sull’acqua e si aspetta che questo assorba tutto il colore: quando questo viene sollevato l’acqua rimane priva della pittura che, ormai, si è completamente trasferita sul foglio.
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Il disegno non è pensato precedentemente dall’artista e per questo il risultato che ne deriva è del tutto nuovo e meraviglioso anche per l’artista stesso. Il movimento che l’inchiostro farà sull’acqua viene deciso solo nel momento in cui questo viene allargato e dipende unicamente dallo stato d’animo dell’artista e dal movimento causale dell’acqua, una forza dal movimento imprevedibile: non è solo l’artista ad esprimere il suo pensiero ma anche le forze naturali che, come si sa, sono impossibili da controllare. Il risultato sarà quello di un’opera completamente inaspettata la cui interpretazione potrebbe essere quella di vedere nel velo d’acqua l’anima che guida il subconscio dell’artista rappresentato dal pennello. E così, il disegno finale potrebbe essere considerato un dipinto dove sono impresse le sue emozioni.
Un’altra interpretazione che, esclude del tutto il trasporto emotivo, potrebbe essere quella di un semplice gioco con l’acqua: si tracciano delle linee casualmente solo per il gusto di vedere quale disegno sarebbe alla fine venuto fuori.
Data la magia di tale tecnica artistica si è più propensi, ovviamente, ad accettare la prima ipotesi, quella che la lega alla capacità di imprimere sull’acqua solo le forme dettate dai sussulti dell’anima. Questa tecnica non affascina solo i cultori dell’arte ma anche i monaci zen che considerano lo suminagashi una tecnica di meditazione attiva: il fluido movimento dell’acqua porta a uno stato d’animo di rilassamento e il disegno che si tende a comporre rappresenta una sfumatura del proprio essere.
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