
Medellin profuma ancora di caffè
di Giovanna Pavesi
Medellin profuma ancora di caffè. Tra le vie strette, tra i piccoli tetti e i colori della maiuscola America, il tempo si è fermato all’aroma e al suo odore intenso, che tutti i colombiani hanno bene impresso nella loro mente. Medellin è la seconda città della Colombia, volto di una realtà poliedrica, multiforme e piena di contraddizioni. Da sempre conosciuta come grandissimo centro per la produzione di caffè, oggi sconta una piaga che le regala il primato di una tra le città più pericolose e violente dell’America latina.
Medellin è sfaccettata: vivace fulcro artistico ispanico che incuriosisce gli occhi del mondo (lasciarono il segno lo scultore Rodrigo Arenas Betancur, Fernando Botero, Debora Arango e l’architetto Pedro nel Gomez), è oggi una città dalla doppia identità. L’odore dell’antico caffè che si respira nelle strade, è tristemente impastato alla realtà violenta e malfamata di alcuni luoghi. Tra il verde degli alberi sfacciatamente vitali e i gli antichi borghi latini, si confonde un’esistenza che pulsa dal “sottosuolo”, fatta di mattoni rossi e di cieli meno azzurri.
Per le strade della città si raccolgono i ritratti di una vita complicata già nell’età del gioco. Protagonisti indiscussi e involontari, infatti, sono proprio le vite dei bambini, sottoposti alla conoscenza di un mondo molto diverso rispetto a quello dei coetanei in altre parti del mondo. Per allontanare anche soltanto per un po’ la crudeltà grigia della strada, è stata allestita una mostra fotografica itinerante per i quartieri della città. Il fine: combattere la violenza sui minori e il loro sfruttamento. Tra i muri di case distrutte, insinuati nella povertà più sfacciata, sono stati appesi pannelli di fotografie in bianco e nero. Principalmente sguardi, volti, sorrisi. A vederla da lontano, tra un gruppo di abitazioni che sembrano Lego, sorgono enormi pannelli grigi. Sono le fotografie.
E per una volta, a simboleggiare il colore tipicamente festoso del carattere ispanico saranno scatti in bianco e nero.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.