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Titanic: cent’anni dal naufragio dell’inaffondabile

di Stefania Bonfanti

 

 

E’ ormai passato un secolo ma tutti lo ricordano. L’immagine del grande transatlantico raccontata nei libri e ricostruita in vari film è un ricordo di tutti. Il Titanic parte dal porto di Southampton, Inghilterra, e prende le acque dell’Atlantico. Destinazione: New York, America. La nave indistruttibile, fiore all’occhiello della White Star Line, affonda nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. 1500 vittime, 700 superstiti e un gigantesco scheletro metallico sepolto nell’oceano. La causa? Una collisione con un gigantesco iceberg.

All’origine del disastro però c’è una lunga serie di eventi. Fatalità dicono alcune. Gli errori umani e di realizzazione però non si contano. Oggi, a cent’anni dalla catastrofe moltiplicano le ipotesi: struttura dello scafo troppo debole per le basse temperature, materiali di bassa qualità, errori del personale di bordo, mancanza di strutture, binocoli per avvistare i pericoli in tempo, poche scialuppe. L’ultima sopravvissuta alla tragedia, Millvina Dean, muore nel 2009 all’età di 97 anni. Ha soltanto 9 settimane quando si imbarca con la famiglia. Insieme a lei si salvano la madre Georgetta e il fratello Bertram. Il padre è tra le vittime.

 

 

A bordo del transatlantico ci sono anche 12 cani. Se ne salvano 3. Per ricordare questi profughi a quattro zampe l’Università della Pennsylvania organizza in questi giorni una mostra in loro onore.
Oggi, a cent’anni dal naufragio, il Titanic rischia di andare incontro ad una seconda morte. E’ la natura a finire il lavoro iniziato dall’iceberg. Il relitto dell’ “inaffondabile” si trova a oltre 4.000 m di profondità. E’ impossibile muoverlo. Le autorità americane spingono per arrivare a una soluzione ma per ora niente di concreto. In passato alcuni sommozzatori rubano alcuni pezzi della nave per venderli all’asta. Oggi a proteggere il Titanic è l’ UNESCO. E’ vietata qualsiasi appropriazione di pezzi e oggetti provenienti dal relitto. Sul Titanic, spiega Irina Bokova, direttore generale dell’Agenzia ONU, c’è più storia che in un qualsiasi museo.

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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