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Genepax: auto ad acqua. Progetto dimenticatp

di Silvia Borsa

 

 

 

Un’auto che si muove grazie all’acqua? Non è fantascienza ma realtà. Il brevetto giapponese annunciato con grande pubblicità nel 2008, però, è rimasto tale. E sì che l’idea era davvero brillante. Basta valutare i costi della benzina che salgono, l’inquinamento ai massimi storici (che non da’ segno di arrestarsi) e la sempre più crescente attenzione per soluzioni mobili eco-friendly.

E’ in questo contesto che si inserisce Genepax, compagnia di Osaka depositaria del brevetto per un motore elettrico alimentato ad acqua. Una vera e propria rivoluzione, che permette all’auto di viaggiare per un’ora ad 80km con un solo litro d’acqua (o tè, acqua salata). Un’invenzione innovativa ma ferma ormai da 4 anni. Eppure basterebbe avere una bottiglia d’acqua a portata di mano ed il gioco è fatto…

 

In un’intervista all’amministratore delegato di Genepax, Kiyoshi Hirasawa, ci viene spiegato perché questo progetto sarà quello che cambierà la concezione del guidare. “A differenza di altre auto che poggiano su un principio simile, qui non ci sono batterie da ricaricare ma è il motore stesso che, scomponendo l’acqua, la traduce in energia elettrica.” Un’idea innovativa il cui funzionamento resta però oscuro nei dettagli. Quali sono le reali caratteristiche tecniche del brevetto? Il discorso sembra avvolto da una nuvola di fumo. Dal lontano 2008 non sembrano esserci state novità in proposito. Dopo la grande pubblicità fatta al progetto, e la conseguente risonanza online su blog e forum, il discorso è finito nel dimenticatoio. Al momento i costi sono troppo elevati per diventare proprietà dell’automobilista medio. “Ogni nuova tecnologia, appena creata, necessita investimenti astronomici ma crediamo che se si sviluppasse una manifattura consistente i prezzi scenderebbero a livelli accettabili” continua Hirasawa. Il progetto esiste. Perché nessuno si fa avanti? Perché nessuno percepisce il potenziale di questa invenzione? Verrebbe da pensare che in ballo ci siamo interessi ben più grandi, legati probabilmente a denaro e petrolio.

 

Per il momento resta solo un discorso teorico, un progetto innovativo che per essere messo in pratica necessita la collaborazione di costruttori e progettisti di automobili che credano in questa prospettiva. I capitali da investire sono molti ma la realizzazione di un futuro più pulito ed in sintonia con l’ambiente deve necessariamente diventare l’obbiettivo principale nell’agenda del settore.

 

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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