
Affitto e compravendita di terreni agricoli nei paesi con problemi alimentari
India , Arabia Saudita, Cina sono alcuni dei paesi che stanno comprando o affittando per periodi molti lunghi ( da 15 a 99 anni) grandi estensioni di terreno agricolo in Africa e America Latina. L’Etiopia ad esempio ha ceduto più di 1 milione di ettari di suolo fertile a investitori stranieri. Ma l’Etiopia è anche il paese che ha poco più del 10% di terreno agricolo irrigato, essendo anche il più grande percettore di aiuti alimentari del mondo.
Come dice in una lunga intervista Madiodio Niasse, Direttore delI’International Land Coalition che ha sede a Roma e uno dei curatori del Fourth World Water Development Report, questa situazione, comune a molti altri paesi come il Sudan e il Senegal, presenta molti rischi. Per la sovranità del paese e perché non è affatto detto che gli investimenti dei fondi esteri aiutino ad ammodernare le infrastrutture, a sviluppare cultura d’impresa fra gli agricoltori locali e ad aumentare le quantità di cibo disponibili per i residenti.
E’ proprio per contrastare questi rischi – secondo l’ex direttore generale della Fao, Jacques Diouf, tali da prefigurare un “neocolonialismo agrario” – che molti paesi sudamericani hanno adottato o stanno adottando leggi e provvedimenti molto restrittivi sulla vendita di terra a gruppi e fondi stranieri. Il Senato argentino ad esempio ha recentemente votato una legge che fissa il limite di 1.000 ettari per singolo fondo e un limite territoriale nazionale del 15% in mani straniere ( attualmente è del 7%).
“Intervista con Madiodio Niasse” di Susan Schneegans, Unesco Media Services,20.4.2012
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