
Costruire energetico secondo l’architetto Tabarrini
di Andrea Iori
Il legno è il passato, il presente e, soprattutto, il futuro delle costruzioni. Tutti (o quasi) sanno che Gesù bambino è venuto alla luce in una capanna di legno. Ma non tutti sanno che tale materiale è attuale più che mai. Ora che va di moda costruire in modo ecologico, il legno inizia a fare la voce grossa in campo edilizio. Pratico, leggero, solido. Ma non tutti ne sono ancora convinti. Luca Tabarrini, 35 anni, di professione architetto, che condivide lo studio Mo.Ta. (www.motaarchitetti.com) di Reggio Emilia con il collega Andrea Morani, ci spiega cosa vuole dire costruire in modo ecologico e quali sono i vantaggi di tale scelta. Si potrebbe definire un “amante del legno”: Tabarrini ha preso parte a tre corsi organizzati da CasaClima di Bolzano, una agenzia pubblica che si occupa della certificazione energetica degli edifici.
Architetto, cosa significa per lei il termine ecologia?
“Ecologia significa sensibilità, responsabilità, consapevolezza e rispetto del nostro pianeta. L’ecologia può essere applicata ad ogni aspetto della nostra quotidianità”.
Cosa vuol dire, invece, costruire in modo ecologico?
“Come detto precedentemente, significa costruire in modo sensibile, responsabile, consapevole e nel rispetto dell’ambiente. Una moderna progettazione non può prescindere da una progettazione ‘ecologica’, rivolta al risparmio delle risorse naturali, all’utilizzo di materiali riciclabili, certificati e a basso contenuto di energia”.
Quali sono gli accorgimenti da prendere prima di costruire una casa ecologia?
“Gli accorgimenti sono tanti: in primis serve una progettazione architettonica dettagliata, nel rispetto del territorio e con i materiali del luogo. Una casa ecologia deve avere un impatto sul pianeta davvero minimo, se non addirittura azzerato o attivo. Quindi sicuramente il progetto, se effettuato in armonia con il luogo, cioè sfruttando le risorse e le fonti rinnovabili presenti in loco (sole, acqua, vento, terreno, etc.), è il primo pilastro sul quale costruire una casa ecologica. Successivamente, definito un progetto architettonico, si passa al progetto energetico della costruzione, con la definizione dei materiali (ovviamente ecologici) e degli impianti tecnologi”.
Che caratteristiche deve avere un materiale da costruzione per essere definito ecologico?
“Un materiale, per essere definito ecologico, non deve essere visto solo sotto il punto di vista della derivazione, cioè se di origine naturale, fossile, chimica e via dicendo, ma deve essere valutato tutto il ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione della materia prima alla fine della sua vita (preferibilmente riutilizzabile, riciclabile). Si devono considerare anche i vari processi di trasformazione, quindi i relativi consumi energetici per trasformarlo, valutando l’incidenza dei trasporti: è quindi sempre preferibile un prodotto a km 0, disponibile in loco”.
Un impianto che rispetti ‘regole ecologiche’, invece, che caratteristiche deve avere?
“Per quanto riguarda gli impianti valgono gli stessi concetti: devono essere definite le fonti energetiche impiegate, cioè il combustibile che può essere di origine fossile (gas, petrolio) o rinnovabile (acqua, sole, vento), con l’obiettivo di ridurre al massimo la produzione di gas inquinanti, prevalentemente CO2 (inserendo nella valutazione anche i “costi” energetici derivanti dalla produzione dell’impianto, vedi fotovoltaico)”.
Come si può, invece, agire sull’esistente?
“I concetti fino ad ora espressi valgono sia per una nuova costruzione così come per una ristrutturazione. Se si sposta il discorso invece sull’involucro dell’edificio, in parole povere quanto disperde per trasmissione il nostro edificio dall’involucro (pareti, solai, tetto, finestre), allora si vengono a creare due scenari: quello della nuova costruzione e quello della ristrutturazione. Nelle nuove costruzioni per migliorare l’involucro si agisce dall’esterno con sistemi di coibentazione a ‘cappotto’ o ad intercapedine, in modo da ridurre al massimo i ponti termici. Sull’esistente invece, se si tratta di interventi di riqualificazione energetica di edifici storici, o comunque per i quali si sceglie di mantenere la propria pelle esterna, si interviene con delle contropareti interne, costruite a secco o in muratura tradizionale. Posizionare la coibentazione sul lato interno richiede un’accurata progettazione dei nodi per evitare problemi di muffe e condense interstiziali”.
Quali sono i vantaggi delle case ecologiche?
“Occorre una distinzione fra case ecologiche e case a basso consumo energetico. La casa ecologica, come precedentemente spiegato, si tratta di una casa costruita in armonia con la natura, scegliendo materiali naturali e creando un involucro a basso consumo. La casa a basso consumo è una casa ecologia che viene costruita con materiali non ecologici, quindi materiali che hanno una derivazione fossile e/o chimica, che utilizza impianti alimentati da combustibile fossile, che in sostanza consuma poco perché ben coibentata. Ma quello che consuma inquina, e i prodotti scelti per costruirla hanno inquinato molto di più rispetto a quelli ecologici, e il più delle volte non sono materiali riciclabili”.
Qual è il materiale migliore per costruire una casa con ecologica?
“Sicuramente per costruire una casa ecologica servono materiali di derivazione naturale. Partendo dalla struttura, sicuramente il materiale meno inquinante e più facilmente riciclabile è il legno, utilizzando strutture a telaio o a panelli incrociati (X-Lam). Per quanto riguarda invece le coibentazioni, vale lo stesso discorso: si devono utilizzare materiali di derivazione naturale, come fibra di legno, lana di pecora, lino, cannucciato, sughero, e via dicendo, facendo sempre attenzione all’energia utilizzata per produrre, trasportare, montare, trattare il materiale, la così detta energia grigia. Sotto il punto di vista degli impianti, l’obiettivo di una casa ecologica è quello di non consumare energia, quindi l’impianto deve essere davvero minimo. Si punta prevalentemente alle coibentazioni. L’impianto è una conseguenza dell’involucro e, sotto il punto di vista ecologico, sicuramente si dovranno utilizzare generatori alimentati da fonti rinnovabili, come fotovoltaico o geotermia abbinati ad una Pompa di Calore, Microcogenerazione e Generatori a Biomassa (Pellet e Cippato)”.
Perchè secondo lei la gente è perplessa davanti alla costruzione di una casa interamente in legno?
“La favola dei 3 porcellini e i film americani hanno creato una visione della casa in legno distorta: una casa non solida, ma fragile, continuamente a rischio di attacco da parte di insetti e roditori. Fortunatamente le cose stanno cambiando. Negli ultimi anni si sta cominciando ad apprezzare le case in legno per svariati motivi: leggerezza vuole dire maggiore stabilità in caso di sisma, la prefabbricazione è uguale al risparmio di tempi di esecuzione e ad avere costi certi, arrivando ad una maggior precisione. E soprattutto il Legno è un materiale isolante il ché garantisce un maggior confort rispetto ad altri materiali comunemente usati in edilizia”.
Costruire una casa ecologica costa di più rispetto alla casa comune?
“Sicuramente si. Questo vale sia per le case in legno, sia per le case tradizionali. Purtroppo tutto ciò che è ‘Bio’ ed ‘Eco’ costa di più, un po’ per una questione di marketing, e un po’ per l’effettiva qualità del materiale rispetto a prodotti di derivazione fossile e chimica”.
Secondo lei sta cambiando la mentalità delle persone? Adesso forse c’è più sensibilità sul tema dell’ecologia nelle costruzioni?
“Assolutamente sì. A piccoli passi, grazie all’introduzione di incentivi per la riqualificazione energetica, all’introduzione della certificazione energetica, e ad una seppur tardiva consapevolezza di vivere un mondo inquinato, ci stiamo avvicinando anche nel campo dell’edilizia ad un vivere responsabile”.
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