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Il giardino spontaneo o naturale: un fascino speciale

di Malù Pagani

 

 

 

Conosco un giardino spontaneo che vorrei raccontarvi .Ne conosco la nascita e le vicende vissute per vincere i molti pregiudizi che gran parte del mondo ha per simili interventi. Non fu sempre spontaneo, lo diventò o meglio lo aiutò a diventare così la sua ideatrice. All’inizio era un giardino tradizionale, il suo bel viale di accesso alla casa di cedri atlantica poi il giardino vero e proprio, in verità molto piccolo, circoscritto da una avvilente rete metallica. Nello spazio interno, a riempire il prato inglese un’accozzaglia di piante: cespugli di ogni tipo, dall’uva spina alla tuia nana aurea. Il posto ha una magia rara, è un terrazzamento alto su di un torrente. Intorno i prati stabili e la linea dei boschi di acacia, quercioli, carpini e aceri campestri segnano l’asta di due canali. La prima idea fu quella di aprire verso la valletta del torrente: via la recinzione, via tutti i cespugli che ne impedivano la vista completa. Così rimase un area unita alle grandi estensioni verdi. Un prato rustico la legava ad esso.

 

L’ideatrice si guardò intorno e notò che (specie in primavera) c’era una flora autoctona da valorizzare e propagare (primule , pratoline, viole ,anemoni nemorosi silvia, muscari ellebori, polmonaria, sigillo di salomone, petasite fragrans pervinche, scille, ranuncoli gialli e poi i bulbi di giunchiglie e narcisi di vari colori). Vietò il decespugliatore, lasciò che i fiori andassero a seme e si propagassero spontaneamente, uccelli e vento fecero il resto. I narcisi sono stati aiutati con più impegno: qua e là lungo le rive dei canali e accanto agli alberi ad alto fusto sono stati interrati narcisi botanici (ossia bulbi che possono stare sempre nel terreno). Vanno dal bianco al giallo e si propagano spontanei se le talpe e i roditori sono clementi In seguito i boschetti naturali: un lauro (nobilis o cerasoo ,un mirabolano, un sambuco nigra, un cornus sanguinea, un nocciolo, un tasso) tendono ad agglomerarsi, così se ne lasciate uno ne troverete altri accanto. Si formeranno in questo modo, come è capitato in una porzione di questo terreno, boschetti capaci di resistere a tutto (i noti clumps della campagna inglese). Altre essenze spontanee fioriscono in estate ed autunno, sono bulbi dimenticati nel terreno da tempi lontani, come iris di varie tonalità di azzurro ed emerocallis, o disseminati dal vento come acanto, aquilegia, euphorbie caracias o palustris ecc .

 

 

 

Così il giardino di un tempo è diventato ”il fuori naturale prima dei campi”. Così lo chiama la sua ideatrice.


Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

1 Commento

  1. Lavinia Ronchei

    Sono ammutolita dinnanzi a tanta sapienza… e dopo averlo visto ancora di più. Spero di meritarmi, un giorno, di viverlo nel senso più alto della parola.

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