
Quando il “buonsenso edilizio” scompare: Alcamo Marina
di Anna Pedroni
Strada, ferrovia e case degli “spiaggiati”: un mare quasi irraggiungibile
E’ balzata agli onori della cronaca negli anni ’70 per la “strage della casermetta”, poi di Alcamo Marina non si è più parlato, almeno sulle grandi testate. E invece ogni tanto meriterebbe la prima pagina, per non dimenticare che un mare magnifico come quello del Golfo di Castellammare merita di più: più del degrado, più dell’abbandono, più del disinteresse delle istituzioni.
Località Balneare, appartiene territorialmente al Comune di Alcamo, in provincia di Trapani. Non distante da Castellammare del Golfo e dai Faraglioni di Scopello, Alcamo Marina vive soprattutto d’estate. Immaginate di starvene seduti in spiaggia, davanti a voi solo il mare; un mare cristallino, che lambisce per 3 chilometri una striscia di sabbia dorata e finissima. Se girate lo sguardo all’indietro, però, avrete un brusco risveglio.
Alcamo Marina è stata vittima, tra gli anni ’60 e ’70, di un’indiscriminata speculazione edilizia: è per questo che oggi appare come un insieme di case “sparse” sulle colline che si affacciano sul mare, case accostate le une alle altre senza un ordine logico.
Alcamo Marina: a sinistra, il bosco di case sulla collina. A destra, oltre la ferrovia, una linea di case sulla spiaggia
Le critiche sorte al tempo della lottizzazione del waterfront non sono bastate ad arrestare la vendita di terreni, su cui oggi stranamente non sorgono infrastrutture turistiche, bensì case private con accesso diretto sulla spiaggia, separate dal resto delle abitazioni dal passaggio della ferrovia. Di alberghi però ce ne sono: certo, sulla carta. Pare che molti abbiano costruito sulla spiaggia, ottenendo anche contributi o permessi per la costruzione di hotel. Ma cosa rimane dei progetti per lo sviluppo turistico? Due alberghi; anzi, i loro scheletri. Il primo è un mostro di cemento costruito sulla spiaggia, ad oggi inutilizzato e inutilizzabile.
Il secondo, il Motel Beach, è stato sequestrato 40 anni fa durante i lavori di costruzione: e oggi? Da quarant’anni a questa parte non è cambiato nulla: la struttura non è stata né completata né demolita; se ne sta lì immobile, nel suo degrado che sembra eterno, aspettando ancora che qualcuno sappia decidere a cosa destinarla.
Le case degli “spiaggiati” viste dalla collina: un privilegio per pochi
Oltre la linea ferroviaria, verso l’interno, abita il “popolo della collina”: un bosco di case che si popolano solo durante la stagione estiva; case costruite senza criteri urbanistici su un terreno ad elevato rischio idrogeologico, cui si arriva percorrendo strade ripide, strette e tortuose. Nonostante i suoi 3 chilometri di spiaggia, Alcamo Marina gode solo di 300 metri di lungomare; questa situazione causa spesso la congestione del traffico, in agosto.
Accanto alla ferrovia, una strada che funziona, inevitabilmente, anche come parcheggio
Senza un lungomare adeguato, si è spesso costretti a parcheggiare la macchina lungo la strada, priva di parcheggi e sprovvista anche di marciapiedi, il che costituisce un pericolo non indifferente per i pedoni. Altro problema in prossimità del centro storico: un sottopassaggio, che ha visto l’inizio dei lavori nel 1991 ma non sa se ne vedrà mai la fine. Si tratta – o meglio, si tratterebbe – di un servizio importante, perché consiste in un punto d’accesso diretto alle case sulla spiaggia, utile anche per i mezzi di emergenza.
Come se tutto ciò non bastasse, a ricordarci i danni della speculazione edilizia ci sono, nel centro storico di Alcamo Marina, due caseggiati incompiuti; uno accanto all’altro, fanno parte del “paesaggio urbano” da oltre 30 anni, deturpandolo ulteriormente.
Il bosco di case in collina, costruite su un terreno ad alto rischio idrogeologico
Durante la scorsa estate, un intervento importante sembrava voler offrire qualche servizio in più: il 5 agosto 2011, infatti, il Presidente della Provincia di Trapani Mimmo Turano ha inaugurato una lunga pedana in legno, tra le zone “Contrada Magazzinazzi” e la “Battigia”. E’ stata costruita sulla spiaggia per consentirne l’accesso anche ai portatori di handicap. Idea certamente valida, vista anche l’importante spesa di 530.000 Euro. Peccato che nessuno abbia pensato di smontarla o salvaguardarla durante i mesi invernali: con le mareggiate di gennaio, infatti, la pedana è andata in parte distrutta, frantumata dalle onde e portata chissà dove.
Quello della pedana sulla spiaggia è solo l’ultimo episodio di incuria e disinteresse nei confronti di un territorio che avrebbe carte vincenti da giocare nell’ambiente turistico.
Perché non sfruttare le enormi potenzialità di Alcamo Marina? Perché non offrire opportunità di lavoro a tanti giovani che ogni giorno combattono contro la disoccupazione? Sembra che tutto vada bene per com’è: davvero poco importa se una spiaggia incantevole e un mare che toglie il fiato sono a disposizione di poche case privilegiate?
Non ci resta che parcheggiare e attraversare uno dei passaggi sotto la ferrovia; lì, seduto sulla spiaggia, ognuno può godere di uno spettacolo meraviglioso. Che per fortuna, almeno per il momento, non può essere né lottizzato né venduto.
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