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I «cacciatori degli abissi» scoprono 240 tonnellate d’argento in un relitto del ’41

 

È uno dei più grandi tesori mai recuperati dai fondali dell’oceano: i «cacciatori degli abissi» dell’Odyssey Marine Exploration hanno annunciato di aver portato a galla 48 tonnellate di argento dal relitto di una nave affondata settant’anni fa da un sottomarino tedesco. Si tratta di 1203 lingotti, il cui valore si aggira intorno ai 38 milioni di dollari. Un bel malloppo, ma è solo l’inizio. LINGOTTI – La storia del tesoro trasportato dalla «SS Gairsoppa», il cargo britannico affondato nel 1941 da un siluro tedesco, aveva suscitato un certo scalpore nel settembre scorso. La società specializzata nel recupero di tesori di Tampa, in Florida, aveva infatti annunciato la localizzazione al largo delle coste d’Irlanda del mercantile di 125 metri, affondato nel febbraio di settantuno anni fa da un siluro nazista lanciato da uno dei famigerati U-Boot. A bordo: tè, ferro grezzo e circa 240 tonnellate di lingotti d’argento. Attuale valore di mercato: oltre 170 milioni di euro. Ebbene, ora gli scopritori americani hanno iniziato col recupero – una delle più grandi fortune mai rinvenute nella storia marittima. Fino ad oggi hanno portato a galla 48 tonnellate d’argento, secondo quanto comunicato mercoledì da un portavoce della Odyssey. I lingotti sono stati portati in un luogo segreto nel Regno Unito. L’80 PER CENTO A ODYSSEY – Per la Odyssey Marine Exploration non sarebbe però questo il tesoro più grande finora scoperto: nel 2007, la più grande azienda specializzata in recupero di relitti, aveva infatti rintracciato il vecchio veliero spagnolo, Nuestra Señora de las Mercedes (affondato nel 1804 vicino a Gibilterra da navi da guerra britanniche). Nella sua pancia c’erano oro e argento, una quantità enorme. Oyssey aveva recuperato la quasi totalità del metallo prezioso (dal valore di circa 380 milioni di dollari) in un punto dell’Oceano Atlantico mantenuto segreto, proprio per assicurarsi oneri e onori della scoperta. Lo portò in Florida, senza informare il governo spagnolo. Madrid, in conseguenza di ciò, fece causa e infine la vinse: lo scorso febbraio la compagnia americana fu costretta a resituire il tesoro. Stavolta, per i cacciatori statunitensi il colpo pare assicurato: se riuscirà a riportare a galla l’enorme carico, Odyssey potrà intascare l’80% del bottino. Lasciando il 20 per cento allo Stato inglese, come stabilisce un accordo pattuito nel 2010 col ministero dei Trasporti britannico. «Si è trattato di un’operazione complessa, quasi chirurgica», ha spiegato l’amministratore delegato della Odyssey, Greg Stemm, dopo il recupero delle prime 48 tonnellate d’argento. Il relitto della nave mercantile inglese giace ad una profondità di 4.700 metri.

Elmar Burchia  Corriere.it 21 luglio 2012

 

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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