
Le aziende florovivaistiche: insieme contro l’illegalità e l’abusivismo
di Silvia Parmeggiani
un esempio di potatura malriuscita
Abusivismo e lavoro nero nelle aziende florovivaistiche sono le nuove sfide che l’associazione Florovivaisti Bresciani deve fronteggiare contro l’illegalità. Se la crisi economica ha già fatto la sua parte per mettere in ginocchio il settore florovivaistico adesso, a minare la sua precaria stabilità, ci si mette pure l’aumento di una manodopera improvvisata, fatta di parenti che offrono lavoro a tariffe ridotte e di lavoratori abusivi, costretti a lavorare in nero, senza norme e regole. Una situazione che, specie in Lombardia, sta raggiungendo livelli altissimi con conseguenze negative non solo sul mercato e la competitività ma anche sulla qualità del lavoro eseguito.
Non basta, infatti, essere assunti nel settore per essere “in grado di fare”: pensionati effervescenti o jardiniers riciclati da altri comparti economici possono causare, se non ben addestrati al lavoro, veri e propri danni biologici al verde (sanzionabili mediante un’apposita perizia agronomica). E se l’imprenditore, per risparmiare, adotta certi stratagemmi senza prestare attenzione alle responsabilità, a dover essere più attento deve essere il committente, e cioè chi si affida al loro lavoro.
Indipendentemente dalla tipologia di intervento che si vuole realizzare in giardino (dalla costruzione alla manutenzione) il committente deve sempre ricordare che risulta sempre responsabile davanti alla legge. Il codice civile e penale indica, infatti, che nel caso di accadimenti negativi nella sua proprietà è corresponsabile per l’azione e le conseguenze di coloro che ha chiamato ad operare. Ecco perché affidare un lavoro a persone “non in regola” non vuol dire solo mettere in gioco la sopravvivenza delle imprese ma anche correre il rischio di finire davanti al Tribunale.
E, al lavoro sommerso, si aggiunge un altro importante problema: l’acquisto, non troppo raro, di prodotti provenienti dall’estero. Ad attrarre i costi minori, incuranti della qualità e del fatto che le aziende italiane risentono di questo comportamento. Condizioni che andrebbero riviste insieme alle istituzioni nell’ottica di alleggerire il peso fiscale e sburocratizzare le aziende per una drastica riduzione dell’evasione fiscale.
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