
La fiera di Guastalla
di Malù Pagani
Come ogni anno è un appuntamento che non mi perdo. Vale la pena camminare per il paese in lungo e in largo in mezzo a tanti banchi interessanti. La grande strada centrale raccoglie i banchi di cibo di tutti i generi: dal profumatissimo aglio di Voghiera (paese in provincia di Ferrara, la sua economia si regge su questo prodotto), al ricercato formaggio Castelmagno di Cuneo (con cui si fanno risotti splendidi, con quello stagionato). Dai salumi più svariati (d’oca, di cinghiale, di bufala, di cinta senese, di maiale nero), alle farine gialle bramate tipiche del mantovano, così come i risi: carnaroli e vialone nano in testa, indicati -i primi- per i risotti, -i secondi- per le minestre in brodo.
Poi nella grande piazza e nella strada parallela a quella del cibo ci sono le piante: le piante di frutti antichi ,resistenti agli attacchi di parassiti e crittogame, accompagnate da tavolate di mele e pere coi loro cartellini di riconoscimento. Ne mostrano le fogge, i colori e le dimensioni. Si può fare qualche assaggio furtivo.
Molto interessanti le erbacee perenni fiorite in questa stagione dove il bravo Priola, vivaista veneto, ne espone numerose. I settembrini ti catturano subito l’attenzione coi loro rosa, rosa-violetto, azzurro e bianco, alti e nani, fitolacca, anemoni giapponesi, perowskia e così via. Avanti, le aromatiche le più svariate, il mio interesse va subito ad una santolina verde ed al sedano montano, difficile a trovarsi. Con esso si cucina ma è un grande aiuto a dar sofficità e luminosità ai cespugli scuri. Sono le loro infiorescenze bianche e leggere che spargeranno poi i loro semi in giro propagandosi con generosità.
Poi m’imbatto nell’erba di san Pietro, che s’assurge a importanza regale perché scopro un banco solo per lei. Viene coltivata in un paese mantovano, Castelgoffredo, e i locali ne hanno fatto la loro bandiera. Infatti, con essa fanno liquori, caramelle, cioccolatini, tortelli ed a lei hanno dedicato un giorno di festa. I banchi di tuberi sono bellissimi e ridondanti di esemplari vigorosi, a fiore primaverile, estivo ed autunnale, vedi subito che sono prodotti doc e vorresti farne man bassa. Si continua per la piccola strada, accompagnati dai portici nel tragitto.Continuano i banchi di cespugli, di ortensie speciali, di graminacee, di rose. Alla fine un banco con una grande esposizione di bustine di semi per l’orto e per il giardino: io felice trovo l’ocra o bamia, da noi così rara. La usano i greci per fare la “mussaka” o meglio la usavano un tempo. Ora hanno optato per la melanzana dimenticando l’ocra, non ne conosco il motivo. La prossima estate userò l’ocra e ne coglierò la differenza.
La ricetta
Frittata con erba di San Pietro.
Rompere quattro uova in una ciotola, aggiungere parmigiano grattugiato, sale, pepe, un cucchiaio di pane grattugiato e quattro foglie di erba di San Pietro tritata finemente. Cuocere in una padella antiaderente con un goccio d’olio nel modo tradizionale. Squisita ma leggermente amara.
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