
UN Water day per la cooperazione idrica

di Francesca Licata
Basteranno davvero 24 ore per ricordarci di qualcosa che siamo abituati ad avere a disposizione ogni giorno, senza alcuno sforzo? Che l’acqua costituisce circa il 70% del corpo umano ed è fondamentale per la nostra sopravvivenza ancor più del cibo ? Che l’acqua è un ingrediente necessario per qualsiasi tipo di sviluppo, ma che le risorse idriche del pianeta sono limitate, mal distribuite e messe sempre più sotto pressione dalle attività di una popolazione mondiale di oltre sette miliardi di persone ?
La Giornata Mondiale, come ogni anno, torna a ricordarci che l’acqua dolce è un bene sempre più prezioso, che va tutelato. A partire da un’idea nata nel 1992 alla conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED), poi accolta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, a partire dal 1993, ne ha fissato la data il 22 marzo . Quest’anno, però, c’è una novità: si è deciso di mettere al centro dell’evento il tema della cooperazione idrica, l’unica soluzione possibile per la gestione di risorse così limitate e fragili. L’UNESCO è stato invitato a guidare le iniziative, proprio per il suo approccio multidisciplinare, che unisce scienze naturali e sociali, istruzione, cultura e comunicazione e ben si coniuga con la natura intrinseca dell’acqua, risorsa universale che ha molteplici aspetti: culturali, educativi, scientifici, religiosi, etici, sociali, politici, giuridici, istituzionali ed economici.
L’obiettivo del 2013 è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una maggiore cooperazione per affrontare le sfide che pone la gestione delle acque, soprattutto per la crescita della domanda di accesso e il problema degli sprechi.Il progetto intende mettere in evidenza le iniziative di cooperazione di successo, presentate a Parigi presso la sede dell’UNESCO, senza però dimenticarsi di porre il giusto accento anche su tutte le problematiche legate all’utilizzo sostenibile della risorsa e ai conflitti per il suo possesso e uso.
Vista l’importanza dell’occasione, anche la Croce Rossa Italiana, in accordo con i propri obiettivi strategici di impegno nell’ambito delle tematiche ambientali, ha deciso di rendersi parte attiva dell’iniziativa. In particolare, tutte le unità CRI sono invitate a rendere disponibili sul campo tutti gli operatori formati nell’ambito del progetto “Climate in Action” dei Giovani della Croce Rossa Italiana, per attivare azioni di coinvolgimento e sensibilizzazione, sia interne sia rivolte alla popolazione.
Come ogni anno, durante la Giornata sono previste diverse attività a livello mondiale e tante iniziative culturali promosse da enti, associazioni, scuole, centri di educazione ambientale.
In particolare qui a Parma, città spesso in prima linea sul fronte delle problematiche legate all’ambiente e alla sua tutela, verranno organizzati una serie di incontri denominati “L’acqua risorsa in-finita?” e sperimentate alcune attività che, già in occasioni precedenti, avevano riscosso successo. Verrà riproposto, ad esempio, il “Fontana Day”, che prevede un brindisi con la cittadinanza presso una fonte pubblica, sia essa distributore o semplice fontanella. L’azione ha come obiettivo quello di porre l’attenzione sul tema dell’utilizzo dell’acqua pubblica e della sua corretta gestione, fattore che implicherebbe benefici anche sul versante della riduzione dei rifiuti, permettendo di risparmiare molte bottiglie di plastica.
Ogni anno, il 22 marzo, il mondo prova a ricordare che l’acqua non è solo quella cosa che si trova comodamente in bottiglia nei supermercati o che sgorga a comando dai rubinetti delle case e che viene lasciata scorrere a litri per fare una doccia o lavare i piatti: l’acqua è un bene e un diritto inalienabile.
Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire. Ricordiamoci che tutte le cose che siamo abituati a dare per scontate, una volta perse, puntualmente si rivelano essere quelle che ci mancano di più, quelle di cui avevamo più bisogno.
Ricordiamoci che l’acqua è vita e in quanto tale deve essere salvaguardata. Ricordiamolo ora, prima che sia troppo tardi.
Francesca Licata
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