
“Aquae mundi”. Spettacolo teatrale premio Unesco 2011
di Ilaria Cucci
Lo spettacolo “Aquae Mundi” di Daniele Biacchessi e Gaetano Liguori, al suo secondo anno di rappresentazione, è stato messo in scena giovedì 21 marzo 2013 a Mirandola, presso il Teatro 29 con ingresso libero e gratuito ed un impegno nuovo, a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.
Presentato da Coop, in relazione alla campagna “Acqua di casa mia”, in perfetta sintonia con quelli che da anni sono i valori e lo stile della grande catena di distribuzione italiana, promuovendo un uso e consumo corretto e consapevole, a partire dall’acqua di rubinetto.
L’acqua come bene comune, bene pubblico capace di fare la differenza tra i Paesi ricchi e quelli poveri; l’acqua imbottigliata, quella che esce libera dai nostri rubinetti; l’acqua come merce che si vende e si consuma: da qui parte il racconto di Daniele Biacchessi, alfiere del teatro civile e di narrazione, con le musiche del maestro Gaetano Liguori, pianista e jazzista.
Lo spettacolo, a cui è stato assegnato il Premio Unesco 2011 per l’ambiente sui temi del consumo critico e sostenibile dell’acqua, non è una campagna contro qualcosa o contro qualcuno, ma è una campagna per la difesa di un patrimonio dell’umanità. Fatto di parole, musica e le suggestive immagini tratte dal film “Koyaanisqatsi” di Godfrey Reggio, sfodera numeri sul consumo dell’acqua nei paesi sviluppati e il fabbisogno delle popolazioni in via di sviluppo (Africa, Asia, Centro America), che lottano tutti i giorni per la sopravvivenza. La discrepanza economica e finanziaria tra paesi ricchi e poveri, le mani delle mafie sul business dell’acqua, gli interessi delle multinazionali, la qualità delle acque minerali, gli sprechi: l’acqua come bene prezioso, non equo ed accessibile a tutti nello stesso modo.
In questo scenario viene da porsi il seguente interrogativo: “L’acqua è una merce?”. Fino a quando si trova in natura, nei corpi naturali, essa è un bene pubblico, collettivo, in tal caso non ha e non deve avere un proprietario e, quindi, non ha neanche un prezzo e non si può considerare una merce.
La legge italiana stabilisce che “tutte le acque, superficiali e sotterranee […], sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; qualsiasi utilizzo delle acque deve essere effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un patrimonio ambientale integro, e gli usi delle acque devono comunque essere indirizzati al risparmioe al rinnovo delle risorse, per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici”.
L’acqua utile, però, per essere messa a disposizione, deve essere messa in circolo, a volte depurata, e poi distribuita, perciò l’utente finale che ne usufruisce deve pagare “a qualcuno” tale servizio. Tali concessionari di distribuzione dell’acqua considerano l’acqua come vera e propria merce, mettendo in atto azioni di vera e propria speculazione.
Da 25 anni Coop porta avanti campagne per migliorare gli stili e abitudini di vita. In particolare, la campagna “Acqua di casa mia” vuole proporre atti consapevoli, responsabili di consumo verso questo bene prezioso, qual è appunto l’acqua, seguendo il leit-motiv “Consuma l’acqua di rubinetto o, comunque, l’acqua che ti è più vicina”.
Per tenersi aggiornati su nuove date dello spettacolo in calendario visitare il sito “Coop”, al link: http://www.e-coop.it/portalWeb/stat/docPortaleCanali/doc00000090599/true/true/aquae-mundi-lacqua-e-un-bene-comune.dhtml
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