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Super-acqua. Ultrasuoni, bolle e acqatinta

Super-acqua. Ultrasuoni, bolle e acqatinta

 

 

cocktail_molecolare 2La vera scommessa e battaglia quotidiana della scienza contemporanea è trasformare un efficiente e ben riuscito esperimento di laboratorio in metodologia da applicare alla vita quotidiana. La sua intrinseca missione è dotare l’umanità tutta, dalle grandi imprese multinazionali alla semplice casalinga, di tecnologie in grado di fornire un valido ed utile supporto, riuscendo al tempo stesso a tenere più sano e pulito il pianeta, magari anche con un occhio all’estetica. E quale elemento più dell’acqua può prestarsi a tali applicazioni, con sua adattabilità e capacità di trasformazione.

Su questa linea si muovono numerosi studi e ricerche a livello mondiale. Ne è esempio il lavoro del fisico Tim Leighton e il chimico Peter Birkin, ricercatori dell’University of Southampton, che ha condotto all’ideazione di un brevetto in grado di abbattere drasticamente il consumo d’acqua, ottenendo il prestigioso riconoscimento della Royal Society inglese per l’innovazione in campo scientifico. In Italia sulla stessa linea si muovono anche le ricerche del professor Davide Cassi, professore presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Parma, che ha fatto anche lui della sua passione, quella per la cucina, il suo campo di ricerca preferito. “La scienza serve a capire un po’ meglio il mondo e a semplificarci la vita. Quando è incomprensibile e complicata la scienza è stupida” commenta sul suo blog personale.

Nel primo caso tutto nasce dalla passione per la fisica acustica subacquea del dottor Leighton, affascinato dall’interazione tra i suoni e le bolle d’aria, tipico fenomeno riscontrabile nei sonar dei delfini, animali particolarmente amati dallo studioso. Occupandosi di bolle subacquee, cioè bolle d’aria imprigionate in un liquido, egli si è reso conto che le bolle reagiscono ai suoni, e che colpendo la singola entità con un’onda sonora, questa reagisce vibrando violentemente, proprio come succede se urliamo contro le corde di una chitarra. Ciò è espressione dei stupefacenti comportamenti della materia: in questo modo si genera una “superacqua”, che può avere applicazioni del tutto nuove ed incredibili.

cocktail_molecolare3[1]Oltre alla scoperta in sé, questa nuova applicazione scientifica ci fa comprendere, su un piano più generale come, per affrontare i problemi ecologici dei nostri tempi, i comportamenti sono ovviamente molto importanti, ma lo è anche la scoperta scientifica. Naturalmente ciò a costo di investire ed investire bene nella ricerca.

La crisi idrica non colpisce solo i Paesi poveri, anzi. La verità è che sprechiamo troppa acqua, soprattutto per ciò che riguarda il lavaggio, pulizia e detersione in genere. Inoltre detergenti ed additivi inquinano e rendono difficile il suo riciclo. L’idea degli scienziati, quindi, è sfruttare il fenomeno da loro osservato ed analizzato per aumentare il potere detergente dell’acqua: essa da sola, infatti, non rimuove lo sporco, per farlo serve un getto di pressione o l’aiuto dei saponi. Ed è proprio qui la novità dell’apparecchio messo a punto da Leighton e Birkin: non utilizza né uno né l’altro. L’acqua che si ottiene sembra del tutto normale, in realtà si tratta di una potente miscela di ultrasuoni e bolle che crea un flusso superpulente: l’acqua si trasforma in una sorta di spugna abrasiva che gratta via lo sporco. Il congegno consuma meno di una lampadina e applicato sui rubinetti può ridurre fino a 100 volte il consumo di acqua e detergente!

 Più accattivante e suggestiva è l’idea del professor Cassi, con cui la scienza entra in cucina, ma non come disciplina pedante, fatta di formule e numeri, ostica ai più, ma una scienza creativa, che si mette al servizio dell’arte culinaria per inventare nuovi sapori, aromi e consistenze. Si tratta anche qui, come nel caso precedente, di lavorare sull’architettura microscopica della composizione e struttura fisica. “Adoro fare gli esperimenti in cucina quasi più che in laboratorio” afferma. Come la nota acquatinta di Davide Cassi, cocktail molecolare ispirato alla ormai famosa pratica della gastronomia molecolare, cioè l’applicazione alla cucina tradizionale di conoscenze scientifiche riguardanti la composizione e strutturazione chimica e fisica degli alimenti. Quindi preparazione di bevande a base d’acqua e altri ingredienti, giocando con la chimica e la fisica, grazie a cui la struttura viene modificata, ottenendo gusti sorprendenti e aspettti inusuali, che, oltre a soddisfare il palato, colpiscono anche la vista.

Due esempi importanti, che fanno dell’acqua non solo il tradizionale liquido incolore, insapore, inodore, come erroneamente siamo portati a classificarlo, ma elemento base da cui partire per giungere a ottenere delle super-acque, delle acque arricchite.

Delle nuove architetture della materia, che fanno dell’elemento naturale “acqua” una tela dalle cui trame è possibile ottenere delle creazioni sempre originali ed innovative. Con il supporto della scienza che ci può offrire delle nuove soluzioni, che improvvisamente ci mettono a disposizione degli strumenti per affrontare vecchi problemi in modo nuovo, cambiando, per così dire, le carte in tavola.

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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