
Le “Spunnulate”: nuovi itinerari in Salento

Di Ilaria Cucci
Accingendosi ad organizzare le vacanze per la prossima stagione estiva, non sarebbe male prendere in considerazione la possibilità di itinerari alternativi, che spingano a scoprire oltre alle zone più gettonate, ai luoghi divenuti ormai un must ed inseriti nel circuito delle vacanze “alla moda”, anche località e territori meno conosciuti ai turisti, alle grandi folle. Un’opportunità di percorsi nuovi ed originali ed allo stesso tempo convenienti, naturali e rilassanti, in grado di accontentare tutti, scoprendo il mare e anche la natura circostante, attraverso escursioni e passeggiate alla scoperta delle bellezze naturali.
Pensando alle coste salentine, che negli ultimi anni hanno subito il boom dell’ offerta turistica, ciò che viene alla mente sono le spiagge affollate, gli stabilimenti presi d’assalto e al collasso nel mese di agosto e una realtà rurale ed urbana circostante in cui millenni di azione antropica hanno modificato la realtà originaria. Per poter ricostruire l’originaria fisionomia del territorio bisogna accontentarsi della testimonianza dei pochi frammenti accantonati nei luoghi più impervi, non sfruttabili dall’uomo e nascosti agli occhi dei più, che ci possono far risalire alla primitiva realtà di queste zone.
Ad una decina di chilometri ad Ovest di Porto Cesareo (Lecce), nella zona compresa tra l’area “Palude del Conte” e località Torre Castiglione, all’interno dell’Area Marina Protetta, numerose doline, denominate “Spunnulate”, si pongono quale esempio interessante e peculiare del profilo geologico, botanico, faunistico e paesaggistico, caratterizzante il territorio.
Le spunnulate, particolarità naturalistiche della Terra d’Arneo, prendono il loro nome da termine di origine dialettale “spunnare”, cioè sprofondare, che indica l’evento di origine carsica da cui esse hanno origine. Il fenomeno è legato alla fase di cedimento della volta di cavità sotterranee costituite da rocce organogene particolarmente friabili e, di conseguenza, facilmente modificabili dalla presenza di acqua ipogea, acque meteoriche ed acqua marina, visto che molte di queste grotte comunicano direttamente con il mare.
Particolarmente interessante è la variegata vegetazione, tipica della macchia mediterranea, che dà un tocco di vitalità a questo terreno roccioso : lungo i bordi superiori l’asfodelo ramosus e l’urginea maritima; lungo le pareti lecci, mirto; sul fondo la flora è igrofila e acquatica. Ciò è dovuto al particolare microclima che si instaura all’interno di esse: al riparo dai venti marini carichi di salsedine, sono alimentate dall’umidità e dall’acqua delle risorgive e, soprattutto, non subiscono l’intensa attività di pascolo e il depauperamento dovuto ad interventi ed attività umane. Importante anche l’aspetto avifaunistico del sito per la presenza, nel periodo delle migrazioni, di specie di ucceli che, nel tempo, si vanno numericamente riducendo.
L’habitat delle “spunnulate” è particolarmente delicato ed è un’importante testimonianza da salvaguardare: queste cavità hanno preservato l’originaria vegetazione locale che è invece scomparsa nell’area circostante.
Le “Spunnulate” di Torre Castiglione ci ricordano che gran parte dell’acqua dolce presente sul nostro pianeta giace sotto i nostri piedi e che la terra, che appare un solido, in realtà è una spugna: conserva all’interno delle sue viscere il suo “oro blu”, con il suo valore che non va mai fuori corso. Esse sono testimonianza di un habitat particolarmente delicato, nicchia ecologica da salvaguardare, un vero “giardino dell’Eden acquatico” del Mare Nostrum: una realtà unica per la sua alta concentrazione di biodiversità, uno scenario magico, luogo di incubazione e al tempo stesso di metamorfosi.
Per maggiori info su organizzazione vacanze ed escursioni in zona visionare i seguenti link:
http://www.torrecastiglione.it/home.php
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