
FairPhone: dall’Olanda il primo smartphone equo solidale
di Giovanna Pavesi
FairPhone è una parola che arriva dall’Olanda. Ma FairPhone è il nome di una fondazione olandese con un unico e importantissimo scopo: produrre tecnologia, specializzandosi in cellulari e telefonia, in condizioni di equità per lavoratori e ambiente.
Il concetto di produzione equo-solidale si allarga: dal cibo, ai vestiti fino a tutte le importazioni di varia natura. Ora tocca alla tecnologia, che nell’immaginario collettivo è ciò di più lontano da questa idea.
Nell’ambito dell’elettronica di consumo, i concetti di equo e solidale sembrano molto più difficili da applicare rispetto ad altri settori produttivi.
Il controllo della fondazione FairPhone è rigidissimo: ogni cosa dev’essere fatta secondo le più rigide regole di rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
Nel settore delle telecomunicazioni imporre una catena di produzione completamente equa è difficile e complicato. Trovare un compromesso tra etica e produttività risulta problematico: uno smartphone ha un suo peso ambientale dall’inizio dei processi per l’estrazione delle materie prime per produrre i componenti, fino allo smaltimento dei rifiuti elettronici.
FairPhone ha deciso di non fermarsi e di concretizzare un progetto rivoluzionario; ha cosi ufficializzato lo smartphone etico e ne ha inaugurato le vendite anche in Europa.
L’associazione ha collaborato con Conflict-Free Tin Initiative per trovare minerali (cobalto, Columbite-tantalite, stagno) “senza sangue” in Congo, provenienti da miniere che non sfruttino il lavoro minorile, che mantenga la dignità di trattamento, orario e salariale dei lavoratori e che non alimentino il flusso di soldi verso i signori della guerra civile, che acquistano armi per infiammare un conflitto che è costato quattro milioni di morti.
FairPhone quindi avrà un processore quad-core MTK6589M con 1 GB di RAM e 16 GB di memoria di sistema. Lo schermo sarà un qHD da 4,3 pollici con vetro Dragontrail Glass e il tutto sarà reso operativo da un sistema Android 4.2, anche se sembra che FairPhone mirasse all’uso di Ubuntu for phones. Il tutto sarà condito da un reparto multimediale con doppia videocamera con risoluzione da 1,3 Mpixel (frontale) e 8 Mpixel con autofocus (posteriore). Nel peso di soli 165 grammi sarà presente un doppio alloggiamento per due SIM (dispositivo dual-SIM), mantenute entrambe attive in modalità DSDS (Dual Sim Dual Stand-by) da una batteria da 2000 mAh, che alimenterà anche il GPS, il WiFi, il Bluetooth e i sensori di luce, di accelerazione e di prossimità. La connettività è garantita da una connessione USB, mentre l’espandibilità avverrà tramite microSD.
Il primo FairPhone non sarà totalmente equo-solidale, ma la fondazione si impegnerà, man mano che si evolveranno i modelli, a renderlo totalmente a impatto zero.
Costerà 325 euro. Benvenuto al primo Smartphone realmente “smart”.
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