
“Mare sporco.Ogni 57 km, 130 punti inquinati”. Denuncia Goletta Verde

Le coste italiane continuano a soffrire di “maladepurazione”: questa la conclusione del viaggio di Legambiente che per due mesi ha circumnavigato lo Stivale, compiendo 34 tappe. Sono 130 i campioni risultati inquinati dalla presenza di scarichi fognari non depurati – uno ogni 57 km di costa – sul totale delle 263 analisi microbiologiche effettuate. In pratica quasi il 50% dei punti monitorati lungo i 7.412,6 km di territori costieri toccati dall’imbarcazione ambientalista.
E di questi campionamenti sono risultati oltre i limiti di legge ben 104 (l’80%) hanno avuto un giudizio di fortemente inquinato, cioe’ con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito. Il 90% dei punti inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. Nessuna regione – fa notare il rapporto, presentato alla stampa da Legambiente e dal partner Coou /Consorzio obbligatorio degli oli usati) – e’ risultata indenne dall’attacco della mala depurazione. Dei 130 risultati oltre i limiti, 19 sono in Campania, 17 in Puglia, Calabria, Lazio, 12 in Sicilia, 11 in Liguria.
Ma nelle regioni del Mezzogiorno al danno ambientale si somma quello economico. Secondo Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente “Si rischia di perdere ben 1,7 miliardi di euro dei fondi Cipe destinati alla costruzione e all’adeguamento degli impianti che sono in scadenza a dicembre. E come se non bastasse, inoltre, ci prepariamo anche a far pagare ai cittadini italiani multe milionarie da parte dell’Unione europea per l’incapacita’ di gestire il ciclo delle acque reflue”.
Il monitoraggio di Goletta Verde ha rilevato inoltre che “molto spesso foci di torrenti e fiumi vengono fruiti da bagnanti ai quali ancora non viene garantita una corretta informazione. Sul totale delle foci e dei canali risultati inquinati e fortemente inquinati il 40% viene dichiarato balneabile dal Portale della Acque del Ministero della Salute. Il 35% dei punti presi in analisi, inoltre, risultano del tutto non campionati dalle autorita’ preposte anche se spesso questi tratti, pur trovandosi in corrispondenza di foci e canali, sono comunque frequentati da bagnanti”. Motivo per cui – sostiene Legambiente – e’ imperativo che le autorita’ introducano o intensifichino i controlli anche in prossimita’ di queste possibili fonti di inquinamento. Invece, dei tratti di mare definiti dal Portale come non balneabili per motivi di inquinamento, mancano nel 18% dei casi i cartelli di divieto di balneazione. .
SI SALVANO TOSCANA E SARDEGNA – Le due regioni hanno anche quest’anno superato l’esame di Goletta Verde di Legambiente: i risultati delle analisi effettuate tra l’11 giugno e l’8 agosto mostrano che su 18 punti monitorati lungo 601 km di costa toscana, sono risultate oltre i limiti di legge 6 foci (di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi) e nessuna spiaggia. Su 1.731 km di costa sarda e 31 punti monitorati, solo in 4 foci sono stati oltrepassati i limiti di legge.
“In queste due regioni i depuratori funzionano – spiega Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde – nel resto d’Italia la situazione e’ di stallo”. I risultati delle analisi di quest’anno mostrano anche che sono inquinati solo due punti nelle foci in Friuli Venezia Giulia (su 8 monitorati) e Molise (su 3 monitorati) e due punti nel Veneto (su 11 monitorati), di cui una spiaggia. Nel 2011, la campagna sulla qualita’ delle acque ha rilevato 1 punto inquinato ogni 51 km; nel 2012 1 ogni 62 km. Ma i dati – fa notare Carpentieri – non sono immediatamente raffrontabili, perche’ di anno in anno e’ cambiato il numero dei campionamenti e i punti di prelievo. “Il risultato di quest’anno – afferma Carpentieri – e’ che sul fronte della depurazione delle acque non si vedono passi avanti, la condizione e’ stazionaria. E’ passato un anno dalla procedura di infrazione avviata dalla Ue per gli oltre cento comuni che non si sono adeguati alla direttiva sulle acque reflue e non e’ ancora stato fatto nulla. Gli interventi strutturali stentano a decollare e non si vede alcun concreto miglioramento”.
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