
I parmigiani risparmiano sulla minerale, ma non bevono l’acqua del rubinetto

di Filippo Migheli
Gli italiani sono da sempre grandissimi bevitori d’acqua in bottiglia. Come attestano oramai da tempo statistiche di livello mondiale, l’Italia è al primo posto in Europa e terza al mondo nel consumo d’acqua minerale, con una media pro capite di 196 litri l’anno. Una speciale classifica stilata recentemente dal SymphonyIRIGroup, attesta che il marchio che attualmente primeggia per vendite nel nostro paese è Sant’Anna, grazie ad una buona qualità, ma soprattutto a prezzi costantemente scontati.
A Parma però che succede? Si segue il trend nazionale o si inverte la tendenza? Su cosa si basa la scelta di un parmense? Me lo sono chiesto tramite un sondaggio personalmente effettuato nel mese di novembre, dal 20 al 27, nei maggiori supermercati e centri commerciali della città, su un campione di 100 persone. L’indagine è stata svolta domandando agli intervistati quale acqua comprassero e a quali criteri dessero più importanza al momento dell’acquisto tra: prezzo, qualità, componenti effettive in percentuale, pubblicizzazionee prodotto in offerta. Una volta analizzati i dati è emerso che, a differenza della media italiana, a Parma si bada ancor di più al prezzo rispetto al resto d’Italia. Le acque più acquistate sono infatti quelle più economiche come San Francesco (€ 0,17 2L), Gioiosa (€ 0,11 1L), Boario, Guizza e San Benedetto, che oltre ad essere spesso in promozione hanno un costo di base bassissimo. Queste ultime, in quanto a consumo, staccano nettamente le più blasonate Rocchetta, Vera, Lete, e la tanto decantata Sant’Anna che sbaraglia la concorrenza a livello nazionale, ma che qui non ha evidentemente lo stesso tasso di gradimento. Sulla base dei miei dati si ricava che la città di Parma va di pari passo col resto d’Italia non facendosi condizionare troppo dall’importanza del brand, ma addirittura estremizzando il concetto di risparmio, senza però rinunciare alla quantità (la spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale si attesta sui 19,50 euro).
Marchi storici e costosi come Evian, Fiuggi e Perrier sono stati a mala pena citati dai nostri intervistati. Colpa della crisi? Colpa del momento economico poco felice che sta colpendo anche la città emiliana? Difficile dirlo con esattezza, ma una cosa è certa: i parmigiani non risparmiano bevendo acqua dal rubinetto. Alla fine di ogni sondaggio ho chiesto infatti agli intervistati se per risparmiare optassero su questo tipo di soluzione e, chi per imbarazzo, chi perché effettivamente non lo ha mai fatto, ha sempre risposto negativamente. I dati diffusi nel 2011 da Legambiente Parma lo confermano: il 53% dei cittadini ha dichiarato che non bevono acqua dal rubinetto, e che hanno parecchie perplessità a farlo. Come dire? Parmigiani attenti al risparmio ma poco attratti dall’”acqua del sindaco”
Fonti:
http://www.toltedalcassetto.it/magra_pginfo_acqua_fabbisogni_consumi.htm
http://www.acquambiente.com/notizie-dai-giornali/81-legambiente-consumiamo-meno-acqua-minerale
http://www.istat.it/it/archivio/57514
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