
Marijuana, assalto ai coffee shop di Denver

di Piero Silvetti
Il Colorado apre il nuovo anno col botto: il 1° Gennaio 2014, sono stati aperti i negozi autorizzati a vendere marijuana a chiunque abbia più di 21 anni.
È successo a Denver (Colorado), primo stato americano ad autorizzarne la vendita. Non solo per scopi terapeutici ma anche ricreativi. Il risultato: file chilometriche davanti all’entrata dei coffee shop; persone che non son mancate all’appuntamento per acquistare legalmente la marijuana. Anche tre ore in fila per acquistare al grammo la droga. Il primo ad approfittarne è stato il 32enne Sean Azzariti, veterano della Guerra in Iraq da cui è tornato col post-traumatic stress disorder (ptsd): per 59,74 dollari ha comprato tre grammi e mezzo di marijuana Bubba Kush, più un pacchetto di cioccolatini aromatizzati all’erba. Ritiene che la marijuana gli serva a combattere il Ptsd, ed è stato uno dei volti simbolo della campagna per liberalizzarla.
Insomma, Denver non avrà più nulla da invidiare ad Amsterdam, città Olandese conosciuta per l’elevata quantità di droghe in circolazione. Bisogna dire, però, che il Colorado in questo momento ha scavalcato prepotentemente l’Olanda dove la marijuana a scopo ricreativo è tollerata, ma non ancora legalizzata. A tal proposito è scoppiato un vero e proprio boom per le licenze, le quali vengono concesse ancora col contagocce. Su un gran numero di richieste, ne sono state approvate 348 e solo 14 punti vendita hanno avuto il beneficio di aprire al pubblico. I negozi che hanno presentato la richiesta di autorizzazione per la vendita sono più di cento ma solo pochi sono riusciti ad aprire i battenti fin dal primo giorno dell’anno: a Denver sono stati solo in 12. Si corre il rischio, dunque, di “subire” l’ assalto ai pochi negozi aperti, rischiando di terminare la merce.
Era nell’aria che la liberalizzazione entrasse in vigore e non è un caso che per festeggiare la libera vendita siano arrivati bus turistici. È curioso il fatto che ci siano in atto delle misure per l’abolizione del divieto da parte degli adulti di fumare in bella vista sulla veranda, legge che fu introdotta lo scorso novembre. Inoltre, il comune di Denver ha deciso che ogni famiglia può coltivare solamente 12 piante di marijuana ad uso ricreativo. Mentre a Denver si è registrata ressa per chi per primo dovesse acquistare l’erba, alcuni politici continuano a remare contro, cercando in tutti i modi di ostacolare la liberalizzazione, dando vita ad una sfida aperta contro il governo federale.
Patrick Kennedy, figlio dell’assessore Ted Kennedy da alcolizzato reo confesso e abusatore di farmaci si mostra il più accanito, non si nasconde, continua la sua campagna contro la liberalizzazione e ha lanciato il Project Smart Approaches to Marijuana: “la marijuana non è innocua: danneggia il cervello dei giovani, crea dipendenza e apre ad altre droghe. Se non vi sono piaciuti gli effetti di tabacco e alcool, vedrete ora cosa faranno i consumatori di erba”.
Il primo passo verso la legalizzazione dell’erba risale al 1996 in California, ma solo per usi medici. L’iniziativa fu poi seguita da altri 17 stati ma senza mai raggiungere i progressi fatti dal Colorado dove, nel 2012 gli elettori hanno approvato l’Amendment 64. Questo permette il possesso di marijuana fino a 28 grammi, la coltivazione di 6 piante e l’acquisto della droga in uno dei 37 negozi specializzati già aperti. Tutto questo prevede, però, delle restrizioni: la marijuana può essere acquistata anche dai non residenti a patto che venga consumata sul posto. L’ulteriore rivendita o l’esportazione oltre i confini dello Stato comporta pene esemplari come la galera, al fine di evitare lo spaccio di seconda mano e la violazione del divieto federale. Washington si tiene al passo per quanto riguarda la produzione, il possesso e la distribuzione della droga; tuttavia per la vendita occorrerà attendere la seconda metà del 2014.
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