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Progetto RAEE: le scuole a favore dell’ambiente

Progetto RAEE: le scuole a favore dell’ambiente

RAEE, smaltimento rifiuti elettronici

di Francesca Gatti

 

Tra teorie, studi e dibattiti da un lato, laboratori, strumenti ed attiva partecipazione dall’altro, chissà che cosa rimane ai più giovani di temi – tanto analizzati quanto ancora troppo complicati – quali l’ambiente, le risorse e lo spreco. Che cosa – concretamente –  i ‘nostri ragazzi’, nonché la generazione che tra qualche anno guiderà il Paese, memorizzano di più nel corso della loro educazione ambientale, e quali metodologie si riveleranno più efficaci per loro?

Tra le ultime novità, è da annoverare Raee@Scuola, progetto sperimentale di comunicazione ambientale che si prefigge lo scopo di insegnare ai ragazzi di tutta Italia come gestire e smaltire correttamente i piccoli rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE, appunto), quali cellulari, registratori, apparecchiature digitali e piccoli elettrodomestici. Un progetto su cui ultimamente si è molto investito per educare l’attuale generazione e quelle future ad avere a cuore il bene dell’ambiente. Da settembre a marzo, gli studenti di trentuno diverse città saranno investiti del compito di portare a scuola i rifiuti elettronici inutilizzati in casa: il materiale verrà poi raccolto all’interno degli istituti e sarà prelevato dagli addetti del servizio igiene urbana. Se davvero sarà l’iniziativa “più importante che è stata portata avanti in Italia negli ultimi anni”,come dichiara Filippo Bernocchi, Delegato ANCI alle politiche per la gestione dei rifiuti e dell’energia, staremo a vedere. Per ora possiamo solo limitarci a dire che la sensibilizzazione non è mai un’ovvietà.

progetto RAEEI principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente, e la non biodegradabilità di tali apparecchi. Più aumentano gli apparecchi elettronici, più aumenta il rischio di abbandono nell’ambiente o in discariche e inceneritori con conseguenze di inquinamento non solo del suolo, ma anche dell’aria e dell’acqua, per non parlare delle ripercussioni sulla salute umana. “I RAEE sono un rifiuto complesso”, spiega il Presidente del Centro di Coordinamento RAEE Danilo Bonato, “che, se da un lato offre significative opportunità di recupero di materie prime critiche, dall’altro però comporta rischi per l’ambiente e per la salute delle persone, nel caso in cui lo smaltimento non venga effettuato con le modalità corrette”.  Danni enormi se gestiti scorrettamente e se trattati in maniera impropria, quindi; proprio per questo diventa doveroso “intensificare le azioni di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini”. Ogni anno il nostro Paese importa metalli dall’estero, contenuti in apparecchi elettronici, mentre soltanto quattro dei ventuno kg di RAEE gettati vengono riutilizzati, andando così ad incrementare lo spreco.

Proprio in questi giorni, dal 3 al 17 febbraio, anche la città di Parma è coinvolta nel progetto, e noi abbiamo voluto vederci chiaro attraverso le risposte di Marco, studente al suo primo anno delle scuole medie e protagonista, insieme alla sua classe, del progetto Raee@Scuola.

“Marco, ci spieghi in cosa consiste il progetto RAEE@Scuola?”                 

“Raee@Scuola è un progetto che consiste nel portare da casa a scuola dei dispositivi elettronici rotti (cellulari, mp3, ecc ) per buttarli negli appositi cassonetti. Questi rifiuti verranno lavorati e poi riutilizzati. Più cose portiamo più guadagniamo punti per vincere una LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) per la classe

 Ti era già capitato di trattare, a scuola, queste tematiche? In che modo?”

Era più facile alle elementari, dove cera una sezione apposta nei libri, in particolare in quello di scienze, che trattava temi quali lo spreco dellacqua e dellelettricità, e noi ne discutevamo spesso durante la lezione: con le nostre insegnanti aprivamo un dibattito-confronto ed è stato così per tutta la durata del ciclo elementare. Inoltre, partecipavamo ad un progetto dove avevamo una schedina per segnare tutte le giornate nelle quali andavamo a scuola in bicicletta, e chi aveva più giornate segnate, vinceva un equipaggiamento da bici (come il casco o i polsini fosforescenti per farsi vedere dalle macchine se si andava in giro col buio)”.

 Che cosa fai, concretamente e quotidianamente, per migliorare il nostro mondo?”

Faccio la doccia anziché il bagno nella vasca, riutilizzo lacqua che usa mia mamma lavando la verdura per innaffiare le piante, chiudo lacqua quando mi lavo i denti e spengo la luce quando esco da una stanza.

 Come si avvicinano, secondo te, i più giovani alluso intelligente delle risorse naturali?”

Beh, molti bambini e ragazzi non ci badano però chi li avvicina di più sono forse i genitori e la scuola, mentre gli amici non pensano molto ad incitarli.

Io in particolare leggo delle riviste, tra cui Oasis e Focus Wild, che mi informano sui fatti che avvengono in natura e alcune volte, in Focus Junior, sono presenti degli articoli sullo spreco dellacqua e dellelettricità contenenti le soluzioni per eliminare questi fenomeni, cioè cosa stanno facendo per evitarli, come ad esempio piantare nuove pale eoliche”.

 

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