
La processione dell’asino Carletto

di Letizia Cicchitto
È proprio vero che la creatività insieme all’estro e al cuore sono il motore del mondo. Testimonianza è “La processione di Carletto”, evento organizzato nel 2013. “Una Processione e non un viaggio, perché nella processione la meta è il viaggio stesso.”
L’itinerario, di circa 1000 chilometri, è stato percorso a passo d’asino in 60 tappe con partenza il 15 Luglio da Montagano Località Faifoli (Cb) in Molise e arrivo a Polcenigo (Pn) in Friuli il 13 settembre. Ad organizzare l’evento, due artisti: Michele Mariano, molisano, “curatore della realtà” e post-artista, e la pittrice marchigiana Simona Bramanti, insieme alle loro due asine, Carletto, figlio dell’asina Agalma e il cane Giulio. A guidarli nel loro percorso, Gianfranco Bracci (percorso G.E.A.), Nicola Mastronardi (Tratturi), Roberto Tassinari (Appennino Tosco/EmilianoRomagnolo).
La processione è stata finanziata interamente da privati attraverso un’operazione di crowdfounding, un nuovo modello di ricerca di finanziamenti tramite la rete. Grazie al sostegno anche della Regione Molise e della Regione Marche, i Comuni di Montagano, Castelplanio e Polcenigo, insieme ad altri sponsor, media partner, sponsor tecnici e al supporto economico della Celant, Tel, Istituto Marchigiano Tutela Vini, PetrolGas, Movimento Turismo Vino Molise, il viaggio ha avuto inizio.
I due artisti ci spiegano che quella della processione nasce come una nuova forma di produzione artistica , una performance di provocazione all’immobilismo che ora più che mai sembra arrestare economia, politica e arte. Bisogna dare un esempio attivo, dinamico che si contrapponga alla staticità del momento, “per decretare l’inizio del cambiamento dell’arte mettendosi per mettere in movimento persone e coscienze verso il cambiamento globale, riscoprendo territori dimenticati, persone e tradizioni. Il movimento come terapia spirituale, filosofica e artistica” come hanno spiegato i due artisti.Le due locandine che hanno rappresentano e descritto l’evento riportano in sintesi la filosofia alla base di quest’avventura artistica e non solo. I motti che hanno accompagnato e permesso la riuscita dell’iniziativa sono infatti:“L’infimo è l’impercettibile inizio del movimento, il primo segno visibile di ciò che è fausto. L’uomo di valore non appena vede l’infimo passa all’azione, senza attendere la fine della giornata” (Confucio, Classico dei Mutamenti).
Gli asini sono il simbolo del lavoro, il cane della fedeltà e gli artisti rappresentano l’occhio critico e creativo sulla realtà, una equipe perfetta per incentivare tutti a cambiare le cose. Un viaggio non privo di difficoltà come ci hanno raccontato i due artisti: lupi in agguato tra la boscaglia e mandrie di mucche, cinghiali, hanno disturbato i sonni dei nostri temerari ragazzi, ma la loro voglia di farcela gli ha permesso di continuare il viaggio sostenuti regione per regione dai comuni e dai cittadini che li hanno ospitati. Tra le tappe più importanti, ovviamente immancabile è stata la Biennale di Venezia, il punto cardine da cui si può ripartire per dare nuovo impulso all’arte. Ricordiamo che la Biennale è un’ esposizione internazionale d’arte di Venezia, tra le più antiche, importanti e prestigiose rassegne internazionali d’arte contemporanea al mondo, che ha lo scopo di stimolare l’attività artistica nello stato italiano, ha tuttora il fine di promuovere le nuove tendenze artistiche ed organizza manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee. La traccia della loro presenza alla rassegna d’arte veneziana, Simona e Michele l’hanno lasciata con un cartello nei pressi del totem della Biennale che recita: “Due artisti e due asine di qui transitarono il 9 settembre 2013 su sentieri negletti a rivoluzionaria traccia, essi attraversarono l’Italia per decretare l’infimo inizio recando nel cuore la palpitante certezza di ispirare il popolo italico al principio del mutamento”.
Da ricordare è anche la partecipazione di Michele e Simona al Monte Lago Celtic Festival, la festa druidica dell’Appennino umbro-marchigiano, tenutasi il 2/3 agosto, e che ha visto la presenza di numerosi artisti e musicisti.
Grazie a questa iniziativa singolare e brillante, l’asino Carletto diventa mascotte emblematica del nuovo movimento che ha anche un suo inno “Al mio caro amico asino”, composto dal cantautore bolognese Christian Rainer. Sulla performance artistica è in fase di ultimazione il film documentario prodotto da Vittoria Pesante di Bologna, realizzato e diretto da Federica Biondi dello studio 99milioncolors. “Non ci aspettavamo così tanto seguito e successo” commentano Bramati e Mariano “la processione era una nostra esigenza artistica, ma siamo felici che così tante persone di cinque regioni abbiano voluto coinvolgersi, così come l’attenzione della stampa e della televisione”.
Grazie alla loro tenacia e all’attenzione che “Il Quotidiano del Molise” ed altri giornali gli hanno riservato, la “Processione di Carletto” non è stato solo un’iniziativa stravagante, ma ha contribuito a dare uno scossone a tutti gli italiani dimostrando che se si vuole si può!
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