
Un “furto botanico” …e dopo baccalà fritto alla spezzina

di Malù Pagani
Ci viene accordato un permesso speciale per un furto speciale: un furto botanico . Allora partiamo munite di sacchi e sporte e palette da giardinaggio e logicamente capaci cesoie. Il furto è di piantine e bulbi e rami per future talee. Il posto è una bellissima punta verde e rotondeggiante che racchiude la baia . Alta sulla scogliera si erge una villa degli anni trenta che verrà venduta . E l’attuale proprietario,conoscendo la nostra passione per il verde , ci ha concesso di” razziare”ciò che più ci aggrada prima che i nuovi proprietari intervengano con modifiche ed espianti. Senz’altro la villa verrà abbattuta e rifatta e di conseguenza anche il giardino . Cambierà anche la macchia che scende al mare? Probabilmente si .L’anno prossimo sapremo di più, intanto noi recuperiamo una piccolissima parte degli antichi ricordi dei vecchi proprietari .
Arrivati alla villa facciamo un giretto di ricognizione tutt’ intorno. I terrazzi degradanti verso il mare sono ingentiliti da ampie cassette e vasi in cotto senese, contengono agapanti a fiore bianco e azzurro: recuperiamo i rizomi e insacchettiamo. Altri bulbi già in fiore attraggono il nostro interesse: sono narcisi gialli e bianchi, poi ancora iris nani di un azzurro intenso, agli ,crochi , muscari , euphorbie e prosperose ligula rie: tutto viene raccolto e messo con cura nei sacchi. Ora dobbiamo dedicarci alle talee quindi recidiamo rametti a fusto legnoso e a fusto verde della macchia mediterranea quindi corbezzolo, lentisco , vari viburni, evonimo grigio, pitosforo, oleandro e il prezioso echium fastuosum (prezioso perché introvabile in Italia, questo proviene dalle Scilly Islands, arcipelago a sud-ovest della penisola della Cornovaglia , bagnate dalla corrente del Golfo, è arrivato fin qui sempre per un furto di semi).
Scendiamo per uno dei viottoli che raggiungono il mare ed ogni tanto ci fermiamo per guardarci attorno, tutto è una favola reale. Davanti a noi dall’altra parte del golfo a racchiuderlo le isole del Tino e Tinetto e la punta di Porto Venere: ovvio che ci vengano in mente Byron e Shelley che nuotarono in queste acque luminose, stregati da tanta bellezza . Attorno a noi la macchia è densa quasi impenetrabile. Vorremmo prendere piccole conifere desiderose di spazio, ma desistiamo. Non ne abbiamo il coraggio. Così salutiamo i gabbiani che volteggiano e gridano felici sopra di noi e rientriamo. Ci aspetta tanto lavoro e tanta lettura perché il proprietario ci ha preparato una cassa di libri sul verde nel mondo in varie lingue.
Baccalà fritto alla spezzina.
Procuriamoci un bel baccalà salato,un pesce intero. Dissaliamolo col solito ammollo di due giorni in acqua corrente. Tagliamolo a grossi pezzi e sbollentiamolo in acqua per pochi minuti. Poi dilischiamolo e sbricioliamolo. Tuffiamolo in una pastella abbastanza densa (farina bianca,acqua minerale frizzante, grattugiata di scorza di limone, prezzemolo tritato). A cucchiaiate friggiamolo in olio di semi bollente. Piacerà a tutti.
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