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Mater-Bi®: ecco cos’è e chi lo produce

di Matteo Mammoli

materiale bioplastico

materiale bioplastico

Cellulosa, glicerina, filler naturali e amidi non geneticamente modificati ottenuti da varie colture: sono questi gli ingredienti per una ricetta biodegradabile, quella del Mater-Bi®.

È questo il nome commerciale di un tipo di bioplastica prodotta a partire dagli anni ’90 nello stabilimento Novamont di Terni. Il materiale in questione è il frutto di una ricerca italiana ed è coperto interamente da brevetti proprietari Novamont, azienda italiana leader mondiale nel settore delle bioplastiche. ‘Le bioplastiche sono materiali con caratteristiche e proprietà d’uso del tutto simili alle plastiche tradizionali ma, al tempo stesso, biodegradabili e compostabili ai sensi della norma europea UNI EN 13432, il più importante riferimento tecnico per i produttori di materiali, le autorità pubbliche, i compostatori, i certificatori e i consumatori’, dichiara l’azienda attraverso il suo ufficio stampa, spiegando le caratteristiche innovative di un prodotto ‘in grado di ridurre l’impatto ambientale, di ottimizzare la raccolta e la gestione dei rifiuti, e di contribuire allo sviluppo di sistemi virtuosi con vantaggi significativi lungo tutto il ciclo produzione-consumo-smaltimento’. Il Mater-Bi® nasce dalla combinazione di amidi, cellulose e oli vegetali, tutti elementi estratti da piantagioni per cui non vengono sfruttati terreni vergini o deforestati e che lo rendono biodegradbile, così da poter diventare ‘compost (un terriccio simile all’humus, la parte fertile del terreno, ricco di sostanze organiche e adatto ad essere usato in agricoltura come ammendante) o biogas’. Stretto è il rapporto che lega il Mater-Bi® all’agricoltura, se si presta attenzione anche all’impiego che se ne fa nella pacciamatura, pratica mediante la quale, coprendo i campi con un telo, si aumenta la temperatura del suolo, se ne mantiene l’umidità, si inibisce la crescita di malerbe e si protegge la terra dall’erosione; al telo tradizionale in plastica si sostituisce quello in Mater-Bi®, che minimizza l’impatto ambientale risultando agronomicamente ed ambientalmente più efficace. Ma l’agricoltura è solo uno (e forse il meno conosciuto) dei tanti campi di impiego di questo materiale, che, invece, è reperibile in molteplici oggetti di uso quotidiano: le shoppers riciclabili per asportare la spesa (che in Italia, dal I gennaio 2011, hanno sostituito quelle in polietilene), le stoviglie monouso, gli imballaggi alimentari, i prodotti per l’igiene personale (cotton fioc, pannolini, assorbenti igienici) e anche i giochi per i bambini.

L’azienda produttrice Novamont, con sede a Novara e stabilimento di produzione a Terni, si dichiara ‘fortemente orientata ad una strategia di innovazione basata sul concetto di bioraffineria di terza generazione’ per la produzione di bioplastiche, adottando ‘un approccio di forte collaborazione multidisciplinare con il mondo agricolo, con quello della ricerca e con le istituzioni locali’. In questa prospettiva, ‘il territorio diventa un laboratorio, capace di assorbire processi di innovazione sistemica e di aumentare così le potenzialità di crescita per l’intera collettività’.

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