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Il lago Ladoga e il monastero Valaam

Il lago Ladoga e il monastero Valaam

 

Vista panoramica del lago Ladoga e del Monastero Valaam

 

di Daniela  Asaro  Romanoff

 

Il lago Ladoga, nel nord ovest della Russia europea, oltre a diverse piccole zone insulari, ospita un prezioso arcipelago formato dalle isole Valaam. Storia, natura, spiritualità ed arte rendono questi luoghi unici al mondo.

 

Il lago Ladoga, con un’area di 17.700 chilometri quadrati, è il più grande in Europa e conta circa 660 isole con un’area complessiva di 435 chilometri quadrati. L’isola più conosciuta è Valaam, che dà il nome all’arcipelago. Vicine a Valaam ci sono le isole Skitskii, Predtechenskii e Emelyanovskii. Circa 500 isole sono vicine alla costa nord-ovest, un numero minore, 65, si trova nella parte centrale.

 

Il clima dell’arcipelago è influenzato dal lago: per lunghi periodi le isole rimangono coperte dalla neve e dal ghiaccio, la nebbia è frequente e anche in estate l’aria è fresca. La media annuale della temperatura è di +3,6°C. Il mese più freddo è febbraio (-8,6°C/-10°C), il più caldo è luglio (+16/17°C). In Karelia, la regione russa in cui si trova il lago Ladoga, l’umidità (81- 83%) è la più alta della zona, spesso investita da venti molto forti.

L’arcipelago Valaam ha origini tettoniche. Le rive settentrionali del lago sono alte, ricche di precipizi, profondamente tagliate da fiordi e coperte dalle foreste. Le coste meridionali sono prevalentemente basse, ricoperte di salici ed ontani. Nel bacino del Ladoga ci sono quasi 50.000 laghi e 3.500 fiumi che si estendono per più di 10 chilometri di lunghezza. I maggiori affluenti sono il Volchov (da sud), lo Svir’ (da sud-est), e il Vuoksa (da ovest).

Il lago Ladoga

La profondità media dell’acqua è di 51 metri ma a nord può raggiungere anche i 230 metri. Il lago è a 5 metri al di sopra  del livello  del mare. In agosto la temperatura media dell’acqua in superficie è di circa 16°C, ma può raggiungere una massima di 25°C, mentre sul fondo varia dai 2°C ai 2,5°C in inverno, fino ai 4-5°C in estate.  Le regioni costiere e le insenature gelano nei primi giorni di dicembre, la parte centrale del lago in gennaio e febbraio. Lo spessore medio del ghiaccio è di 50-60 cm, quello massimo è di 90-100 cm. Nella parte centrale il ghiaccio si rompe in marzo o all’inizio del mese di aprile, nella parte settentrionale soloin maggio. La trasparenza media nella zona centrale del lago è di 4,5 m, lungo la sponda occidentale, circa 2-2,5 m, lungo la sponda orientale 1-2 m, e dove i fiumi sfociano nel lago solo 0,3-0,9 m. La massima trasparenza (8-10 metri) si ottiene ad ovest dell’isola di Valaam. La mineralizzazione media dell’acqua è di 56 mg per litro: in inverno contiene 14-15 mg di ossigeno disciolto per litro; in estate 10-11 mg negli strati superficiali e 12-13 mg negli strati più profondi. Il lago è ricco di pesci tra i quali il salmone atlantico, la trota, il coregone, il luccio persico e le anguille.

 

 

Nei tempi antichi il lago veniva chiamato Nevo, dal XIII secolo in poi si iniziò a chiamarlo Ladoga. Era un percorso molto utile per i commercianti, univa i popoli del Nord a quelli mediterranei e ancora oggi è una via d’acqua fondamentale, parte del sistema idrico che congiunge il Volga al Baltico. Il primo sistema di canali fu completato nel 1709 e, nel  18011, fu ampliato con la costruzione dei canali Tikhvin e  Mariinsk. Fu un gioiello dell’idrotecnologia del XIX secolo e fu di grandissima importanza per l’economia della Russia. Questo sistema di canali partiva nella città di Rybinsk e passava attraverso il fiume Sheksna, il lago Beloye, il fiume Kovzha, il canale artificiale Novomariinsky, il fiume Vytegra fino a raggiungere il lago Onega. Così, navigando attraverso il canale Onega, il fiume Svir’, il canale Ladoga, il fiume Neva, si poteva raggiungere il Golfo di Finlandia. In seguito il sistema di canali venne ulteriormente ampliato e durante l’occupazione sovietica venne aggiunta un’altra connessione, sfruttando in modo impietoso il lavoro dei prigionieri politici molti dei quali morirono nella costruzione della via d’acqua tra il lago Onega e il mar Baltico.

 

Oggigiorno, per quanto concerne la qualità dell’acqua, la concimazione eccessiva, l’erosione del suolo e soprattutto i rifiuti industriali hanno inquinato tantissimo il lago Ladoga. Tra le strutture di allevamento nella regione, solo il 25% è dotato di impianti di trattamento dell’acqua. L’inquinamento presenta effetti negativi anche per la salute degli abitanti della città di San Pietroburgo e per l’industria della pesca del Golfo di Finlandia, oltre a rappresentare una minaccia anche per l’industria turistica. Nel novembre 2013 Vladimir Putin ha sottolineato l’urgenza di risolvere il grave problema dell’inquinamento delle acque dei laghi Ladoga e Onega.

 

 

I turisti sono attratti soprattutto dal Monastero, che si trova nell’isola di Valaam. I sacri edifici hanno un grande pregio artistico e architettonico. Nel XIX secolo l’isola di Valaam ospitava una Scuola di pittura del paesaggio, tutti coloro che si erano diplomati all’Accademia d’Arte di San Pietroburgo, approfondivano lì la loro attività di studio. A Valaam soggiornò anche il pittore Ivan Shishkin.

 

Monastero ValaamIl Monastero risale ad epoche antiche. Per diffondere il messaggio cristiano Sant’Andrea andò verso le regioni del Nord-est. Si dice che giunse al lago Ladoga, allora denominato  Nevo, ed edificò una Croce in pietra, ponendola sulle alture di Valaam. Molti secoli più tardi, in quella zona venne fondato un Chiostro dai monaci Sergio e Germano. Il nome “Valaam” significa “montagna alta” nella lingua finnica. All’inizio del XVI secolo addirittura 600 monaci vivevano lì. Purtroppo quando gli Svedesi entrarono nelle baie di Valaam ci furono dei terribili massacri, Monasteri devastati, monaci uccisi. Il luogo divenne pressoché deserto e desolato per parecchi decenni. Nel 1715 Pietro I diede ordine di ricostruire il Monastero di Valaam e qualche anno dopo venne edificata la Chiesa dell’Assunzione, ma nel 1754 un incendio distrusse buona parte degli edifici.

Il XIX secolo fu molto favorevole al luogo di culto. L’Abate Nazario fece costruire parecchie strutture in pietra e iniziarono anche delle attività missionarie. Nel 1839 Padre Damasceno divenne il Superiore del Monastero di Valaam e ne rimase alla guida per 35 anni ottenendo buoni risultati. Padre Damasceno fece arrivare sull’isola vari architetti, tra cui l’architetto Gornostaev, che progettò e realizzò magnifici edifici. A Damasceno succedette Ionofan II e si iniziò a riorganizzare la biblioteca del Monastero, ricchissima di preziosi volumi. Verso la metà del XIX secolo il Monastero sembrava un piccolo Stato e all’inizio del XX secolo vivevano sull’isola ben mille persone.

 

Dopo gli eventi rivoluzionari, l’occupazione sovietica e le guerre, nel 1992, con un decreto del Presidente della Federazione Russa, il Monastero è diventato patrimonio del popolo russo, che è sempre stato autenticamente e profondamente religioso anche negli anni più difficili.

 

 

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