
Il museo del Po festeggia 40 anni. Nuovi spazi e un obiettivo: divulgare una cultura millenaria
di Linda Dotelli
Corna di mammut, anfore di epoca romana, lanterne e fossili, sepolti per secoli nel letto del Grande fiume e approdati nella cantine della Rocca Pallavicini-Casali grazie al lavoro del Gruppo Mostre Culturale-Onlus di Monticelli d’Ongina (Piacenza): il Museo del Po taglia il traguardo dei 40 anni di attività, un percorso in ascesa che oggi conta 3mila pezzi in esposizione e punta a estendere spazi e iniziative.
Tutto inizia nel 1973, per mano del parroco di Monticelli, Don Renato Mezzadri e dell’artigiano Giuseppe Fornasari: “Avevo 17 anni e frequentavo gli scout – spiega Albino Casarola, presidente dell’associazione, con all’attivo una cinquantina di soci – ci hanno chiesto di aiutarli a mettere in mostra nel seminterrato del castello i vecchi oggetti di uso comune e gli attrezzi da lavoro, testimonianze della vita della povera gente nelle campagne padane e sulle rive del Po”.
Il progetto è andato in porto e nel 1976 la Soprintendenza ha dato il benestare all’apertura ufficiale del Museo, beneficiario delle numerosissime donazioni della popolazione locale:”Avevamo a disposizione molto materiale, con cui abbiamo allestito la Casa Rustica, esempio vivo degli alloggi di un tempo e l’area della Civiltà Contadina, dove sono custoditi gli aratri, le falci, i carri e tutti gli strumenti indispensabili nel ‘900, per lavorare la terra e produrre le derrate alimentari” ha aggiunto il presidente.
Sei anni dopo è arrivato l’Acquario, nato dall’intento di valorizzare le specie ittiche presenti nel tratto medio del Fiume e nel 1985 sono state inaugurate anche le sezioni di Paleontologia, Archeologia e Fauna, che hanno raccolto i contributi “spontanei” rilasciati dalle acque del Po sulle sponde della Bassa Piacentina.
Il pezzo da novanta è un piroga del VI secolo d. C, ritrovata a Isola Serafini durante la grande secca del 2.000:”Sono passati 6 anni prima dell’avvio del restauro da 34mila euro, finanziato da Centropadane – racconta il presidente – l’anno scorso la società canottieri Nino Bixio ci ha regalato una bellissima barca da competizione degli anni ‘50, ma anche questa necessita d’interventi e non è facile trovare finanziamenti e volontari”.
Il compleanno è storico, ma purtroppo la crescita del Museo non è andata di pari passo con la risposta del pubblico: “Nel periodo migliore abbiamo sfiorato le 6mila presenze all’anno – chiarisce Casarola – la crisi economica e la diminuzione delle uscite didattiche delle scuole ci hanno tolto oltre il 50% dei visitatori, raramente ora superiamo i 2.500 all’anno”. Nonostante le difficoltà, Il Gruppo Mostre punta ad allargarsi: i magazzini della Onlus ospitano 3mila cimeli, in attesa di trovare collocazione nell’area intitolata agli Antichi Mestieri e in calendario ci sono la riorganizzazione del Museo e la ricerca di nuovi spazi per la collezione delle barche.
Le cantine della Rocca quattrocentesca , aperte al pubblico tutte le domeniche pomeriggio, sono anche il punto di riferimento per le iniziative culturali del paese.
A fine mese parte la mostra documentaristica dedicata a Enrico fermi e il calendario 2014 prevede conferenze, esposizioni fotografiche e artistiche.
La sfida per il futuro è scritta da 40 anni: far conoscere alle nuove generazioni le tracce di una storia scritta con lettera minuscola, ma non per questo meno importante di quella che si studia sui libri scolastici.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.