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Le camelie di Compito e la torta coi becchi

Le camelie di Compito e la torta coi becchi

camelia

di Malù Pagani

Alcuni giorni fa mi hanno proposto un giro in Lucchesia e subito ho aderito. La cosa che più m’incuriosiva era l’antico borgo di Compito (comune di Capannori )e le sue camelie. Il vecchio borgo è poetico : piccole case autentiche in mattoni e pietra, muretti di cinta preziosi nella loro fattura, due torri d’avvistamento, una bella chiesa . Tutto ciò racchiuso in una valletta contornata da boschi di castagni . Loro, le camelie, sono ovunque, nei piccoli giardini, davanti a casa, negli orti, negli spazi attrezzati e nei vivai didattici . Esse , rigogliose e fiduciose svettano fino a sei metri, le foglie lucenti, i fiori dal bianco candido al rosa shocking, numerosi ed orgogliosi anche quando, stanchi, cadono sul terreno macchiandolo in modo regolare tutto intorno e ti invitano a fotografarli.

Peccato che amino un clima mite e un alto percentuale di PH,impossibile da trovare ovunque. Ma come finirono qui? E’ una bella storia che nasce nel 1700 . Andiamo con ordine . George Joseph Kamel, un missionario gesuita polacco (1661-1706),botanico, fu lui a importare in Europa le camelie, scoperte nelle Filippine . Nel 1805 Angelo Borrini, medico di Lucca, impiantò per primo in Italia un giardino di camelie,camelie appunto prese in Polonia dove si recava spesso perché aveva sposato una polacca . Aveva visto che tali essenze crescevano senza problemi nel terreno di Compito dove andava a villeggiare e così qui ne seminò e piantò di ogni tipo . E dopo di lui i suoi figli continuarono con impegno e tutto il paese piano piano si appassionò a tale essenza , tutti gli abitanti ne furono stregati a tal punto che ne riempirono totalmente il borgo.

Ora è grande vanto dei compitani che hanno ideato mostre in loro onore . Mostre che si ripetono in questa stagione già da venti anni. E con grande successo perché arrivano pullman di turisti da ogni parte d’Europa. Se volete tentarne la coltivazione vi consiglio la qualità sasanqua perché è la più robusta e non teme i geli, mezz’ombra e sempre terreno acido. Anche l’irrigazione dovrebbe essere fatta con acqua piovana, priva di calcio  .Ricordiamo che fu Linneo a dare il nome di camelie alle suddette, appunto da kamel.

 

Torta coi becchi.

Si ricopre una teglia di pasta frolla classica .Si riempie poi di un impasto ottenuto con erbette precedentemente lessate e tritate grossolanamente comprese le coste, uova, zucchero, ricotta, pane grattugiato, pinoli e uvetta sultanina . Infine il bordo della pasta viene rifinito tutto intorno formando dei “becchi”.Ecco l’origine del nome . In forno caldo per quaranta minuti. Semplice ma interessante dessert campagnolo.

 

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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