
Una mostra per riscoprire la sacralità dell’acqua

di Attilio Frazzetta
L’acqua è uno dei beni più preziosi di cui godiamo, la fonte della nostra vita. Basta immaginare solo per un attimo un mondo senza acqua per viaggiare nel nulla: la usiamo per vivere, per produrre, per lavorare, per tutto. Senza acqua non c’è vita, ma spesso lo dimentichiamo, ne sottovalutiamo l’importanza, la sprechiamo, la snobbiamo e, soprattutto, la inquiniamo.
Questo forse anche perché nessuno di noi, tranne qualche rara eccezione, ha mai letto la Bibbia.
Sì, la Bibbia. Tutto il Testo Sacro della Cristianità è intriso di riferimenti all’acqua, dalla Genesi all’Apocalisse, passando per la salvezza di Mosè dal fiume, fino alla separazione delle acque del Mar Rosso nella fuga ebrea dall’Egitto.
Ma anche la letteratura è piena di riferimenti all’acqua, assunta dai poeti come simbolo di purezza e purificazione, oppure come fonte di fertilità, o infine come immagine di vita.
Tutto questo, e molto altro, lo hanno capito gli artisti dell’U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani) di Parma che hanno realizzato una mostra dal suggestivo titolo “La sacralità dell’acqua” presso la Galleria Sant’Andrea.
All’interno della chiesetta, una delle più antiche di Parma e ormai senza alcuna funzione liturgica, sono esposti i quadri di 36 artisti, tutti con il tema dell’acqua dominante.
E non sono presenti solo i riferimenti biblico-letterari di cui sopra, ma anche temi di quotidianità: pensiamo a un vaso di fiori, normalissimo per tutti, ma riflettendo un attimo, esisterebbe senz’acqua? “Grazie all’acqua, io posso ancora cogliere questi fiori”, si legge sulla didascalia.
È con l’acqua che San Giovanni battezza il Cristo, è l’acqua uno degli elementi principali dell’Eden la cui fonte è ben rappresentata in un dipinto, è l’acqua che si sposta quando Mosè minacciato alza le braccia e salva il suo popolo, è l’acqua che lava dai peccati, ed è ancora l’acqua che ci ha permesso di attraversare i millenni ed essere qui a parlarne.
Trentasei artisti che, con la rappresentazione di queste e altre immagini, invitano alla riflessione, alcuni con il solo dipinto, altri con una didascalia esplicativa, ma tutti con una forza d’impatto tale da indurre a fermarsi per capire in quale direzione stiamo andando, almeno per un attimo, isolandoci dalla modernità e portando la nostra mente a pensare a che mondo sarebbe senz’acqua.
E, forse, proprio con una dicitura affissa a una delle opere si può riassumere lo spirito della mostra:
“Signore, mi sarebbe veramente piaciuto assistere alla creazione del mondo, quando Tu separavi le acque dalle terre asciutte, quando popolavi gli oceani e i mari, e assistevi compiaciuto alle prime piogge che irroravano la terra e la rendevano feconda. Come sarebbe stato bello contemplare la tua opera, prima che fosse deturpata da qualsiasi inquinamento. Ricevo ancora intatte le tracce della tua bellezza, portava i segni del tuo Amore..” (Dalla preghiera “Le acque della Creazione”).
Sicuramente non saranno dei quadri a invertire la tendenza o a cambiare la situazione attuale, dove l’inquinamento e lo spreco hanno offeso la sacralità dell’acqua, ma si tratta sicuramente di un’iniziativa lodevole che ci ricorda che siamo stati, siamo e saremo sempre debitori della natura.
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