
Belle è “cruelty free”: tutte pazze per il trucco minerale
di Linda Dotelli
I primi a testarlo sulla propria pelle sono stati gli antichi egizi, ben lontani dall’immaginare che 5mila anni dopo la loro scoperta sarebbe diventata un business milionario: oggi il Mineral Make up, così è stato ribattezzato l’utilizzo cosmetico dei pigmenti puri amati da faraoni e matrone, è il cavallo di battaglia di una fetta di acquirenti sempre più consistente, quella che pretende prodotti ad alta performance, ma privi d’ingredienti di origine animalee rispettosi della natura. Insomma: belle sì, ma non sulla “pelliccia” degli altri.
Una caratteristica che ha permesso a questa categoria commerciale d’imporsi sul mercato in maniera sempre più decisa, prima a livello internazionale – a partire dagli Stati Uniti, dove nel 1976 sono stati “resuscitati” dalla casa cosmetica Bare Escentuals – e dal 2009nel Bel Paese, dove sono approdati ufficialmente con Truccominerale, prima linea made in Italy del settore, firmata dall’azienda di Moncalieri Neve Cosmetics.
Cosa differenzia il Mineral make up da comuni fard e rossetti? prima di tutto i componenti,polveri minerali ottenute da pietre o terre sminuzzate, sottoposte ad un processo di micronizzazione e ridotte a cristalli piatti, in grado di aderire naturalmente all’epidermide. Banditi i coloranti, i profumi, oli, additivi, parabeni e qualsiasi ingrediente chimico che generalmente fa capolino sulle confezioni di ombretti e fondotinta. Sono concessi solo Mica, Titanium Dioxide, Zinc Oxide e Iron Oxide, minerali per natura inerti (senza il rischio che si alterino nel tempo) a cui sono riconosciute proprietà lenitive, cicatrizzanti e in grado di contrastare l’azione dannosa dei raggi Uv.
Trucchi cento per cento naturali, a rischio minimo di allergie e contrassegnati dal marchio “vegan”. Punti di forza che negli anni 2000 hanno attirato un numero sempre maggiore diconsumatrici europee (inglesi e francesi su tutte), fino a diventare una vera e propria tendenza anche in Italia, dove la loro popolarità si è consolidata grazie ai negozi on line e ai numerosi forum dedicati all’argomento.
A parlare sono gli stessi numeri: seppur in piena crisi economica, nel 2010 il giro d’affari dei cosmetici green è stato di 365 milioni di euro (dati diffusi dal Gruppo Vendite in Erboristeria di Unipro), una crescita del 5,5% contro l’1,1% del mercato totale e negli ultimi tre anni il trand è costantemente aumentato.
La culla del Mineral make up resta internet, dove, in meno di un lustro, sono letteralmente esplosi gli e-commerce tricolore che sventolano il vessillo biologico e vegano, con un ventaglio di proposte che si allarga di giorno in giorno, includendo accessori per il trucco(come pennelli e spugnette sintetiche) e prodotti di detergenza o idratazione, tutti animal friendly.
Il ritorno alla natura, e le opportunità commerciali connesse, non è stato ignorato dai colossi della distribuzione cosmetica, che negli ultimi anni hanno messo in catalogo le polveri minerali, oggi reperibili anche in numerose profumerie, con il vantaggio di poterli toccare con mano, prima di procedere all’acquisto.
Scorrendo il web, i commenti delle fashion victim son in gran parte positivi: i pigmenti minerali sono versatili (mixando i colori è possibile creare nuove nuance), basta pochissimo trucco per ottenere un buon risultato (con effetto benefico sul portafoglio), la stessa polvere può diventare fard, rossetto o ridisegnare lo sguardo a seconda del desiderio e i prezzi sono competitivi.
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