
Il mio giardino (travolto da una bomba d’acqua) e frittelle di fiori dell’albero di giuda

di Malù Pagani
La bomba d’acqua, come si usa dire ultimamente, non è che una violentissima pioggia che si abbatte in poco tempo facendo danni ingenti a tutto. E in questi giorni se ne sono scaricate diverse sul mio” fuori prima dei campi” come chiamo io il mio giardino . Oggi,munita di stivali , faccio un giro per annoverare i danni e organizzare di rendere meno dolenti le ferite inferte. Inizio dal vialetto d’accesso. Le due vecchie banksie che si abbracciano fin dal loro impianto vent’anni fa (la lutea e la bianca) sono perfettamente avvinghiate, ma non vi è più traccia dei loro mazzetti di fiori fitti e spessi, aspetteremo 12 mesi per rivederli ancora!
I grandi cedri deodara che fiancheggiano il vialetto e i due anzianissimi pinus silvestris si sono ripuliti un po’ dei loro rami secchi e riempiremo più di una carretta per liberare dall’ingombro i tappezzanti sottostanti. Ma ciò è bene. Non chiameremo il cestello gru per mondarli. Le povere ortensie Annabelle, in verità già un po’ macilente, si sono in parte spogliate dalle foglie,il vecchio tasso al quale sono praticamente attaccate , non le ha protette a sufficienza. Più avanti la linea di cespugli ed erbacee perenni sorvegliata dal mandorlo e dal ginko –biloba non sono state investite dalla furia del vento, forse protette a sud da una spessa linea di bosco mista che ha fatto il suo dovere . Così la gentile siringa persica , i viburni mariesi e carlesi, il cotoneaster salici foglie e l’olea fragrans sono riusciti a dar rifugio agli acanto , agli emerocalli flava ed alle phlomis rosa sottostanti. I tigli hanno perso il 50% delle loro tenere foglie,ma le rimetteranno presto . Le querce, i carpini, il fraxinus excelsior, le betulle, le coggigrie, il lauro nobilis, il lauro ceraso,i prunus pissardi, i sambuchi, le lantane, i crategus pyracanta hanno retto, foglie sparse ed ammassate dove il vento faceva molinello ma niente di più. Invece i deliziosi cespugli di viburnum opalus e di peonie arboree bianche che quest’anno,forse merito di una” non potatura”, erano perfetti, sono stramazzati al suolo e ben poco posso fare per loro. Le peonie erbacee sono scomparse. L’iris fetida ha retto ma ora un poco piange. Tutti i tappezzanti (iperico calicinum,petasite fragrans, lamium,pervinca ecc.) non hanno risentito del torrente che si è scaricato dal cielo.
Il grande disastro è avvenuto sul declivio del grande prato stabile (esso praticamente è unito al mio giardino , unica interruzione un fossatello per l’irrigazione a scorrimento). L’erba già altissima e promettente si è completamente prostrata e penso nulla varrà il sole dei giorni prossimi per rialzarla. Durata pochissimo la fioritura del giallo brillante dei ranuncoli e quella più pallida della colza (i suoi semi li porta il vento dalla Lombardia ,qui non si coltiva e ad annate alterne le vediamo comparire a chiazze solo in questo pratone stabile). Ma è un danno notevole averla. Il prato infestato da queste essenze produrrà un fieno non gradevole ai bovini e più tardi si taglierà l’erba, più bacelli della colza si apriranno ed andranno ad auto seminarsi per l’anno prossimo . E allora un bel diserbo primaverile? In questi terreni dove c’è solo la lotta integrata ed il biologico sarà dura! La zona rock si è salvata, solo poche euphorbie si sono spezzate ma il loro vigore ripristinerà i vuoti.
Le frittelle di fiori dell’albero di Giuda
Raccogliete i fiori e pari pari tuffateli in una pastella abbastanza densa (farina 00,acqua minerale frizzante,sale). A cucchiaiate versate il composto in olio di semi bollente,scolate,inzuccherate e mangiate!
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