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Il bel rock-garden di Gressoney

gressoney

di Malù Pagani

  Certe valli delle Alpi sono privilegiate: il loro clima, il loro terreno, le loro sorgenti d’acqua e cascate, la loro esposizione favoriscono lo sviluppo della vegetazione. Così è la valle di Gressoney. Dopo Issime la strada sale e raggiunge i 1385 metri a St Jean. All’inizio la valle è stretta, fino in vetta verdissima di conifere che contribuiscono a renderla ancora più cupa. Però già ti accorgi che qualcosa sta cambiando: i fiori alle piccole finestre di queste case di pietra grigia mostrano colori nitidi quasi brillanti. Così i pelargonium, le lobelie bianche e blu e i gialli capolini delle potentille fruticose e le stesse banali surfinie sfoggiano dei rosa e dei violetta insoliti. Per non parlare delle flox rosa che spiccono con veemenza se ben esposte a sud ovest. Poi man mano che la valle si dilata e il fiume Lys scorre più felice, perché non deve affrontare troppi ostacoli, compaiono i fiori selvatici.

Allora il mondo che ti circonda ti accoglie con profumi e colori stupefacenti. Le più gioiose sono le macchie di lythrum salicaria violetta (peraltro considerata infestante) : si accontentano di poco quindi le vedi nei posti più impensati , logicamente là dove ancora non è arrivato il decespugliatore impietoso o tanto peggio il rullo distruttore. I prati, quelli ancora intonsi, mostrano gigantesche ombrellifere : angelica arcangelica, bulbocastano e larghe achillee di un bianco latteo; qua e là lupini dai mille colori  danno il loro tocco magico ; la veccia blu che si aggroviglia alle graminacee e persino il rumex così odiato in pianura , pianta infestante dei medicai e dei prati stabili con le infiorescenze verticali verde chiaro e le foglie gigantesche, donano bellezza al tutto.

Ma la grande festa esplode sotto il castello Sabaudo. Qui una mente saggia, alcuni anni fa, ha ideato un ampio rock garden. Grandi pietre , unite insieme, formano spazi irregolari che si rincorrono lungo viottoli di ghiaia candida. E gli spazi riempiti di  terriccio magico locale danno modo alle varie essenze , messe a dimora con sapienza , di crescere rigogliose. Esse formano un insieme pregevole ed istruttivo perché ogni agglomerato porta, ficcato a lato nel terreno, un cartellino col nome latino e volgare. Così ammiri, fotografi e impari. Ecco di seguito un piccolo elenco delle essenze presenti qui, le più rappresentative, fiorite in estate: achillea atrata, aconito napello, aglio romano, knantia arvensis, aquilegia vulgaris, asphodelus albus, astranzia, aster alpinus, bardana lanata, dafne odorosa, digitalis purpurea, euforbia, centaurea, genziana azzurra, genziana lutea, genziana rossigna, giglio martagone, nigritella, pulsatilla, ranuncolo, raponzolo, rododendro, sassifraga, semprevivo montano, senecio, sigillo di salomone, silene, soldanella, stella alpina, veratro, verbasco, viperina maggiore. Altre fioriranno e ancora a inizio autunno la festa continuerà.

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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