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Denuncia di Greenpeace. I mega pescherecci saccheggiano gli oceani

Denuncia di Greenpeace. I mega pescherecci saccheggiano gli oceani

megapescherecci

Venti mega pescherecci, che per dimensioni e metodi
di pesca sono tra i più distruttivi della flotta europea, esportano la
pesca eccessiva in tutti i mari e gli oceani del mondo. Lo denuncia
Greenpeace nel nuovo rapporto “Monster Boats, flagello dei mari”:
http://www.greenpeace.org/international/Global/international/publications/oceans/2014/Monster_Boats_Report.pdf

Tra questi mostri, navi che utilizzano metodi di pesca distruttivi
come i FAD (sistemi di aggregazione per pesci) – responsabili della
cattura accidentale di migliaia di squali, tartarughe e mante, tra cui
specie in pericolo o che sono stati già coinvolti in episodi di pesca
illegale. Alcuni di questi pescherecci sono in grado di catturare
oltre 2.000 tonnellate di tonno in una sola battuta di pesca. [1]

La pesca eccessiva rappresenta un problema globale con allarmanti e
indiscutibili conseguenze: recenti dati FAO indicano che il 90 per
cento degli stock ittici mondiali sono pienamente o eccessivamente
sfruttati. Stessa sorte anche per il nostro Mediterraneo: il 96 per
cento delle specie di fondale è soggetto ad uno sfruttamento eccessivo
e per gli stock di acque intermedie come la sardina e l’acciuga, la
percentuale è pari o superiore al 71 per cento.

“Pochi baroni della pesca industriale si stanno sconsideratamente
arricchendo attraverso lo sfruttamento dei nostri mari, senza rispetto
per l’ambiente e le popolazioni che da queste risorse dipendono Lo
fanno utilizzando dei trucchi per aumentare il proprio accesso alle
aree di pesca o aggirare palesemente le regole e le normative
esistenti, dal cambiare identità o bandiera ai loro pescherecci
all’utilizzare compagnie di facciata o paradisi fiscali – dichiara
Serena Maso, campaigner mare di Greenpeace Italia – I governi europei
non possono più chiudere gli occhi di fronte alla pesca eccessiva, e
troppo spesso illegale. Devono eliminare dalle loro flotte industriali
quei “mostri” che stanno svuotando i nostri mari e sostenere invece i
pescatori artigianali che pescano in modo sostenibile”.

Sebbene la flotta italiana non abbia pescherecci così grandi e
potenti, anche l’Italia è direttamente coinvolta in questo sistema di
sfruttamento eccessivo. Greenpeace sottolinea che alcuni dei “Monster
Boat” analizzati nel rapporto, pescano tonno che potrebbe arrivare
anche nelle nostre scatolette. Txori Argi, Albacora Uno e Albatun Tres
(uno dei tre più grandi pescherecci a circuizione del mondo) sono di
proprietà rispettivamente delle spagnole INPESCA e Albacora S.A., che
hanno rifornito importanti marche di tonno in scatola presenti nel
nostro mercato.

“I consumatori italiani ignorano che comprando una scatoletta di tonno
catturata da questi mega pescherecci stanno contribuendo
inconsapevolmente a svuotare i nostri oceani. È ora che le compagnie
che producono tonno in scatola scelgano i loro fornitori in base ai
metodi di pesca, abbandonando quelli distruttivi a favore del tonno
pescato in modo sostenibile. Se i governi non si muovono, il mercato
può cambiare ciò che succede in mare” conclude Maso.

Si stima che parte della flotta dell’Unione Europea sia in grado di
pescare dalle due alle tre volte al di sopra del limite di
sostenibilità. Purtroppo fino ad oggi i ministri hanno favorito
l’industria della pesca, fissando livelli di cattura ben oltre i
limiti raccomandati dagli esperti scientifici, senza porsi troppi
scrupoli per il recupero degli stock ittici. Focalizzando l’attenzione
su alcuni dei maggiori responsabili della pesca eccessiva a livello
mondiale, Greenpeace chiede ai governi di eliminare l’eccessiva
capacità di pesca e di dare un accesso preferenziale ai pescatori
artigianali che hanno un basso impatto sull’ambiente, mettendo in
pratica quanto previsto dalla nuova Politica Comune della Pesca.

Note:
[1] Greenpeace ha utilizzato una serie di criteri per identificare
questi Monster Boat, tra i quali ad esempio la capacità di pesca e di
stoccaggio a bordo dei pescherecci, il livello di distruttività degli
attrezzi utilizzati, gli impatti ambientali e socio-economici delle
attività di pesca, il coinvolgimento in attività di pesca illegale,
non dichiarata e non regolamentata (INN) o in altre attività sospette.

Contatti:
Ufficio stampa Greenpeace, 06.68136061 int. 203 – 123
Gabriele Salari, ufficio stampa, 06.68136061 int. 239 – 342.5532207
Felice Moramarco, ufficio stampa, 06.68136061 int. 101 – 348.7630682
Giorgia Monti, responsabile Campagna Mare, 06.68136061 int. 717 – 345.5547228

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