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“Matera 2019”: Capitale della Cultura. Intervista a Salvatore Adduce, sindaco di Matera e presidente del Comitato Matera 2019

sassi di mater 1

 

 di Federico Solimando

Nel profondo sud, la Basilicata è forse la regione meno conosciuta, sicuramente tra le meno ricche. Ma è là che la Natura ha partorito paesaggi spettacolari, aspri e maestosi, e in questa terra, c’è una città che sembra l’icona dell’immutabilità delle cose, appena scalfite dal tempo e della storia. Matera, con i suoi Sassi. Una città ricca di fragilità, che ha vissuto spesso in una condizione di isolamento, ma con una gran voglia di riscattarsi, e con una grande partecipazione di tutta la comunità, è riuscita ad ottenere una vittoria importante: diventare la capitale della cultura europea 2019.È la città che la voleva più di tutte. Più di Lecce e Cagliari, le dirette rivali del sud. E ora Matera deve ripensare se stessa, per ospitare un evento che cambierà, forse, per sempre, la sua storia. Un orgoglio per tutta la regione, ma soprattutto per una realtà, quella del Mezzogiorno, che diventa protagonista assoluto in Europa per il suo immenso panorama culturale. Una difficile sfida per Matera e per la sua gente, che l’ha raccolta e si prepara a viverla con grande impegno e dedizione. Ecco l’intervista a Salvatore Adduce, sindaco di Matera e presidente del comitato “Matera 2019”.

Da quanto tempo e come è stata preparata la candidatura?

Il nostro percorso arriva da molto lontano grazie alla felice intuizione nel 2008 di un gruppo di ragazzi che decisero di dare una spinta al cambiamento della città e dei suoi cittadini. Si riunirono nell’associazione Matera 2019 e furono loro a lanciare l’idea di candidare Matera. Rispetto alle altre, quindi, quella di Matera è stata una candidatura partita da basso, dai cittadini e non dalle istituzioni. In questi cinque anni abbiamo avuto tutto il tempo per lavorare sul fronte della partecipazione dei cittadini, della dimensione europea dei progetti e sul massimo coinvolgimento delle istituzioni lucane.

Come è stata accolta dalla città questa “vittoria”?

Negli ultimi mesi ho attraversato tutti i 131 comuni della Basilicata. Quello che mi ha colpito è lo straordinario sostegno che ho trovato dappertutto. E’ stato un viaggio molto emozionante culminato con la visita della giuria a Matera, quando 200 cittadini sono arrivati a piedi da tutta la Basilicata per sostenere Matera 2019. E’ stato il momento culminante di una giornata durante la quale abbiamo portato i giurati a mettere le mani in pasta per preparare il pane di Matera e nelle case di famiglie materane per gustare le loro proposte culinarie. Per l’attesa del verdetto il 17 ottobre abbiamo organizzato una festa che abbiamo chiamato “Comunque vada party”. La piazza era stracolma di gente, materani, tantissime famiglie che hanno voluto condividere con noi questo momento anche se non avessimo vinto. E’ stato un bellissimo segnale di città-comunità.

Rispetto alle candidature della altre città (Lecce, Cagliari, Perugia, Ravenna e Siena), perché è stata scelta Matera?

Crediamo che a convincere la giuria abbia convinto la portata innovativa del nostro progetto che si è mosso saldamente su due fattori: la partecipazione di tutta la comunità lucana e la dimensione europea delle nostre proposte.

Quali sono i “punti chiave” del programma su cui punterete maggiormente?

La scelta di Matera a capitale europea 2019 ci offre una grande opportunità e ora tocca a noi costruire il nostro futuro. L’ Unione europea ci dà quattro anni per prepararci ed essere pronti alla sfida da sostenere e noi siamo già al lavoro. Nel dossier di candidatura abbiamo previsto circa cento iniziative per il programma culturale 2019, che vogliamo coinvolgano e passino attraverso una diretta partecipazione dei cittadini. Per questo pubblicheremo a  breve  tre bandi dedicati a tre progetti cardine : Matera changemakers, Matera links e Matera Public services, (produzione culturale, promozione di eventi e al miglioramento della PA in relazione a cultura turismo e istruzione). Al via anche i lavori per realizzare nei Sassi i due progetti pilota della candidatura per valorizzare l’unicità e la millenaria storia della città.  I-Dea (Istituto Demo Etno Antropologico), che avrà sede nel Sasso caveoso, sarà un luogo d’incontro tra  arte e scienza e sede di archivi condivisi e reperiti in Basilicata, Italia e resto d’Europa. L’ Open Design school dal 2015 formerà una nuova generazione di designer con capacità e competenze per sviluppare localmente gran parte delle strutture e delle tecnologie necessarie per realizzare il programma del cartellone 2019. Ovviamente coinvolgeremo in questo cammino tutte le altre città che come noi si sono  molto impegnate in questa sfida.

Per la realizzazione di quest’ultimo, qual è il budget stanziato?

Le risorse economiche attualmente individuate sono quelle messe a disposizione dalla Regione Basilicata, 25 meuro,  e dal Comune di Matera, 5meuro .  Per il programma culturale del 2019 abbiamo previsto un investimento di 52 meuro. Contiamo molto sulla sponda dello Stato, 10 meuro, sul contributo dei privati, 10 meuro, e sul mercandising, 2 meuro. Queste sono le cifre. L’Unione europea darà solo un milione e mezzo di euro solo alla fine del 2019 se ce lo saremo meritato. I fondi saranno destinati, quindi, alla programmazione culturale. In relazione alle infrastrutture abbiamo previsto un investimento di circa 600 meuro. Ma queste risorse non andranno alla fondazione, saranno gestite dalla Regione Basilicata che ha competenze in materia. Fino ad oggi il Comitato ha operato con la massima trasparenza attraverso procedure di evidenza pubblica sia per il ricorso a consulenti che per affidamento di servizi anche quando, dal punto di vista delle procedure amministrative, non era necessario.  E i bilanci sono tutti pubblicati online.

Come cambierà la città dal punto di vista architettonico?

Non abbiamo previsto grandi interventi dal punto di vista architettonico. Nel dossier abbiamo costruito un programma culturale che non prevede importanti stravolgimenti del territorio. Vogliamo valorizzare quello di prezioso che abbiamo e che è fatto di monumenti, di rioni, ma soprattutto di persone.

Secondo le vostre previsioni, ci sarà un sensibile aumento dell’occupazione?

Già con l’ingresso in short list abbiamo avuto una crescita esponenziale del turismo. Con questa designazione pensiamo di passare dalle circa 200 mila presenze all’anno a 800 mila. Ovviamente staremo ben attenti a gestire questa crescita in termini di sostenibilità ambientale. Guardiamo con grande attenzione al consolidamento delle industrie creative presenti sul territorio.

Adduce sindaco di matera

Quali saranno i probabili benefici che la candidatura porterà alla città e alla regione?

Così come abbiamo fatto in questi anni non guardiamo al 2019 come a un traguardo, ma come a un percorso che arriva a quell’anno e prosegue anche dopo. Il risultato lo abbiamo toccato con mano prima con l’ingresso nella short list e poi con la proclamazione di Matera. Da questo momento in poi noi rappresenteremo l’Italia della cultura in Europa e questo non può che facilitare anche il riconoscimento dei tanti lucani che girano il mondo. Fra l’altro nelle prossime settimane punteremo anche a coinvolgere i tantissimi lucani che vivono nel resto del mondo che subito dopo la proclamazione ci hanno manifestato grande affetto e grande disponibilità a sostenere il lavoro che dobbiamo fare. Matera 2019 è per noi un’opportunità per creare una  cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni:  aperta perché accessibile a tutti; aperta nei confronti  dei pensieri e delle sensibilità; aperta perché disponibile al dialogo. Ecco perché abbiamo chiamato il nostro progetto “Open future”.

Infine,  un parere personale dell’intervistato, sull’evento

Mi aspetto che Matera diventi la punta più avanzata di un Mezzogiorno che si rimette in moto grazie a un cambiamento culturale delle persone.

 

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