
Torre d’Oglio: il fascino di uno degli ultimi ponti di barche rimasti in Europa
di Sara Viscusi
Molto di più di un’infrastruttura stradale, ben oltre l’innegabile trascorso storico, il ponte di barche di Torre d’Oglio rappresenta il simbolo dell’identità di un territorio tanto complesso, quanto affascinante.
Costruito nel 1926, il ponte collega San Matteo delle Chiaviche (frazione del comune di Viadana) e Cesole (frazione di Marcaria), rispettivamente sponda sud e nord del Fiume Oglio, il terzo affluente del Po. Il ponte di barche è l’emblema di una zona ampia, enigmatica e intricata come quella tra Reggio Emilia, Mantova, Parma e Cremona.
Nell’aprile 2010, il ponte in chiatte di Torre d’Oglio è stato rinnovato, all’interno di un progetto redatto dalla Regione Lombardia, nell’ambito delle opere di valorizzazione del Fiume Po, in collaborazione con la Provincia di Mantova. Le modifiche apportate alla struttura hanno preservato tutto il fascino storico che essa rappresenta, mettendola in sicurezza e adeguandola alle norme di legge. La necessità principale era eliminare e sostituire il sistema a tre approdi, poco sicuro perché seguiva l’andamento delle piene del Fiume Oglio, scorrendo a valle o risalendo a monte. Sono state quindi applicate due rampe d’acciaio, che si collegano alla riva oscillando in verticale, abbassandosi o alzandosi a seconda della portata del Fiume Oglio.
Come sempre, per capire l’importanza delle cose che ci circondano e alla cui bellezza non facciamo più caso, è necessario privarsene per un periodo e allontanarsene. Così è successo con il ponte di Torre d’Oglio la notte di Santo Stefano del 2013, quando due chiatte sono affondate: la prima barca dal lato di Cesole ha imbarcato acqua, a causa di infiltrazioni dovute all’innalzamento del livello del fiume. Precipitando sul fondo del fiume, ha trasportato con sé anche la sua chiatta “gemella”, che le era attaccata. La struttura è rimasta chiusa al traffico per diverse settimane: ciò ha certamente causato numerosi disagi, ma ha permesso di ricordare quanto questa sia fondamentale per il territorio, sia dal punto di vista della viabilità, che da quello più simbolico e affettivo.
(Il ponte di barche di Torre d’Oglio dalla sponda di San Matteo delle Chiaviche (Viadana) e da quella di Cesole (Marcaria)
Spesso accade che a causa di abbondanti precipitazioni e quindi situazioni di criticità, il ponte venga chiuso: senza dubbio un disagio per i cittadini, che la ristrutturazione del 2010 avrebbe dovuto migliorare, almeno in parte.
Uno dei periodi di chiusura più prolungati degli ultimi anni è stato quello del dicembre 2010, quando il ponte è rimasto chiuso per diversi giorni solo poche settimane dopo l’inaugurazione della nuova struttura. Non a caso, Umberto Chiarini, insegnante e ambientalista, mantovano di nascita e cremonese d’adozione, profondo conoscitore e amante del territorio in cui ha vissuto, parlava di “etica della manutenzione” come base della sopravvivenza del sistema padano.
Il ponte in chiatte di Torre d’Oglio è un bene culturale di tutti, l’anima tenebrosa, misteriosa ma affascinante di un territorio che ha sedotto numerosi artisti, tra cui il regista Bernardo Bertolucci, che qui ha girato il suo Novecento.
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