
Un Po di paura a Brescello: la piena dello scorso novembre ha offerto un buon esempio di “gestione dell’emergenza”. Da considerare per il futuro.

di Sara Viscusi
“La collaborazione tra Amministrazione, C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e Protezione Civile è stata fondamentale per affrontare e superare al meglio questa ondata di piena del Fume Po di Novembre 2014”, così esordisce il Sindaco del Comune di Brescello, Avv. Marcello Coffrini, per spiegare in che modo è stata affrontata l’emergenza nel paese di Don Camillo. “Grande utilità nei momenti critici hanno avuto anche i solcial media perché, più dei dati tecnici dell’Aipo e del sito del Comune, i cittadini leggono e si informano tramite Facebook.”
Il presidente del Coordinamento di Protezione Civile Provinciale di Reggio Emilia, Volmer Bonini, ha prima di tutto sottolineato quanto sia importante la conoscenza del Piano di Protezione Civile Comunale come “fase zero” dell’autoprotezione. “Il Piano in oggetto è una fotografia del territorio in cui viviamo e indica i rischi a cui siamo esposti. È necessario conoscere il territorio in cui si vive in tutte le sue sfaccettature, per sapere come comportarsi in caso di allarmi, come ricevere le allerte e in che modo comportarsi di conseguenza, al fine di salvaguardare la propria incolumità”.
Il Sindaco rappresenta la massima autorità comunale in materia di Protezione Civile ed è lo stesso Coffrini a spiegare che “per quanto riguarda la zona di cui stiamo parlando, i valori di riferimento del Fiume Po sono quelli dell’idrometro di Boretto. I livelli di allerta prevedono una fase di attenzione a 4.50 metri, una di preallarme a 5.50 metri (in cui viene predisposta la chiusura delle attività nelle golene aperte) e una di allarme a 7.00 metri (7.5 sgombero delle golene chiuse, 8 chiusura delle scuole, 8.5 evacuazione delle case di cura). Ad ognuna di queste fasi corrisponde un allertamento della Protezione Civile. Il compito di quest’ultima è quello di individuare e predisporre i centri operativi decisionali della catena del Metodo Augustus, cioè la catena di coordinamento dei vari enti coinvolti”. In particolare, il C.O.C., Centro operativo comunale, C.O.M, Centro Operativo Misto a livello intercomunale, C.U.P., Centro Unificato Provinciale, C.O.R. Centro Operativo Regionale, D.I.O.M.A.C., Direzione Comando e Controllo nazionale. Questi enti vengono attivati “a cascata”, a seconda della stima dei livelli di criticità e della valutazione dei dati relativi alle precipitazioni e alle previsioni meteorologiche forniti dall’ARPA.
Bonini parla di una vera e propria auspicata “cultura della sicurezza”, da mettere in pratica in situazioni particolari, come, in questo caso, quella dello sgombero della frazione di Ghiarole. Il 17 novembre l’idrometro di Boretto indicava un valore di poco superiore ai 7.50 metri: da qui la decisione del Sindaco, unitamente alla Prefettura (con cui avvenivano confronti, riunioni e incontri pressoché quotidiani), di evacuare la popolosa area golenale, in cui risiedono 235 persone. “Dopo una riunione in cui abbiamo informato con largo anticipo i cittadini di Ghiarole – spiega il Sindaco Coffrini -, è avvenuto lo sgombero assistito delle abitazioni. Sessanta cittadini circa sono stati ospitati presso le strutture alberghiere del paese, mentre gli altri hanno trovato autonomamente una sistemazione presso parenti o amici. Tutti i ghiarolesi hanno dimostrato grande senso di responsabilità, anche se lasciare la propria abitazione e le tante attività agricole non è stato affatto semplice. Il coordinamento tra popolazione, forze dell’ordine e i volontari della Protezione Civile è stato eccellente, una macchina ben funzionante che ha evitato i temuti e possibili furti notturni via fiume nella abitazioni vuote”.
Il monitoraggio dell’argine maestro, insieme alla valutazione delle continue allerte meteo che arrivano dall’Aipo, sono le due attività principali di un lavoro di sorveglianza continuo.
Un’ordinanza comunale, in vista della maggiore piena, in cui il Po avrebbe raggiunto i livelli di massima criticità, ha inoltre disposto in modo precauzionale la sospensione delle lezioni nelle scuole di ogni ordine a grado, dal 18 al 24 novembre.
“Si è rivelato fondamentale – dichiara il vicesindaco Isabella Mazza – il Piano di Protezione Civile Comunale, sia dal punto di vista della sicurezza dei cittadini, sia come punto di riferimento chiaro e semplice da applicare in tempi molto rapidi. Poter usufruire di questo documento ci ha permesso di affrontare al meglio la situazione di emergenza.”
La gestione globale dell’ordine pubblico per tutta la durata dell’emergenza è stata buona, la macchina comunale brescellese ha funzionato in sinergia perfetta con le forze dell’ordine e i volontari della Protezione Civile, “un’ottima esercitazione pratica sul territorio, anche come interfaccia con le altre istituzioni e i comuni limitrofi”.
Conoscere significa fare un primo passo verso la sicurezza di tutti, applicare il Piano in modo coordinato e corretto ha permesso che, anche questa volta, quella del Grande fiume sia stata solo un Po di paura.
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