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Warka Tower: la soluzione “made in Italy” alla siccità

Warka Tower: la soluzione “made in Italy” alla siccità

di Luca Mautone

 

È un architetto italiano, Arturo Vittori, l’alchimista del nuovo millennio: ha progettato il Warka Water, una struttura in grado di produrre fino a 90 litri d’acqua al giorno. La struttura è alta circa dieci metri, pesa appena 60 chili ed è in grado di raccogliere la rugiada che si forma di notte, producendo fino a 90 litri di acqua al giorno.

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LA TORRE DELL’ACQUA – Il progetto Warka Water, presentato per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2012, è rivolto alle popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo, dove le condizioni infrastrutturali ed igieniche rendono l’accesso all’acqua potabile quasi impossibile. La struttura trasforma attraverso un processo di condensazione l’umidità in acqua potabile. Un progetto quindi “tutto italiano” per aiutare le persone in Etiopia. L’invenzione è ingegnosa, si tratta di un albero dell’acqua, una torre alta circa dieci metri, la torre dell’acqua ha una struttura reticolare a maglia triangolare realizzata con il giunco, materiale naturale facilmente reperibile e può essere costruita facilmente dagli abitanti stessi. All’interno della torre è alloggiata una rete realizzata con un tessuto speciale, polietilene tessile, in grado di raccogliere l’acqua potabile dell’aria tramite condensazione. La struttura pesa solo 60 kg, è alta 9 metri e larga 3 ed è composta da 5 moduli che possono essere installati dal basso verso l’alto da 4 persone senza la necessità di ponteggi. Data la sua leggerezza il sistema deve essere fissato al terreno. “Warka Water” può raccogliere fino a 100 litri di acqua potabile al giorno. All’esterno, una custodia consente all’aria di passare, mentre all’interno una rete di nylon raccoglie le gocce di rugiada in superficie. La differenza di temperatura fra giorno e notte crea la condensa che scivola in un contenitore e l’acqua arriva a un rubinetto attraverso un tubo. Il costo di ciascun Warka Water è limitato, 360 euro e considerando che può funzionare anche nel deserto, rappresenta una soluzione per milioni di persone in Africa e non solo, che soffrono per il mancato accesso all’acqua potabile. Per costruirlo, quattro persone impiegano dieci giorni al massimo.

 

 

wateronline_warkatowerIL PARERE DI VITTORI – ”Trasformare l’aria in acqua è un processo che non ha nulla di speciale. Lo fanno i comuni deumidificatori che abbiamo tutti in casa. In assenza di elettricità, in questo caso si sfrutta l’escursione termica fra il giorno e la notte, come facevano gli egiziani quattromila anni fa” – è quanto dichiara il giovane architetto. Il nome della sua invenzione deriva dal warka tree, grande albero del fico. Il progetto di Vittori ha già fatto il giro del mondo, se ne sono occupati la Cnn e Wired. L’architetto l’ha descritto “come la soluzione ecologica alla mancanza di acqua che affligge circa 60 milioni di etiopi”.

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