
La diga di Monte Cotugno: diversi casi di tiroide causati dalla discarica

L’invaso del Monte Cotugno, diga in terra battuta più grande d’Europa
di Biagio Bianculli.
Il Lago di Monte Cotugno, conosciuto anche come Diga di Senise, è la prima diga in terra battuta d’Europa per grandezza dello sbarramento e capienza dell’invaso (530 milioni di metri cubi di acqua). Realizzata tra il 1971 e il 1983 si trova lungo il fiume Sinni, a Senise, raccoglie le acque di diversi affluenti, tra cui Serrapotamo e Sarmento (deviazione non ancora finita), oltre all’Agri. A primo acchito appare come un mare d’acqua dolce dal colore chiaro, verdastro, quasi da bere. E’ il principale responsabile dell’approvvigionamento idrico della zona metapontina e tarantina, oltre all’ILVA di Taranto, per la sua vicinanza geografica.
Il Lago di Monte Cotugno è stato soggetto negli ultimi anni ad inquinamenti ambientali
Il Lago di Monte Cotugno negli ultimi anni ha subito inquinamenti e della questione ne abbiamo parlato con i due giornalisti de La Gazzetta del Mezzogiorno Enzo Palazzo e Pino Perciante che ne seguono da vicino le sorti. Palazzo racconta la sua versione: “L’invaso del Monte Cotugno può essere inquinato per altre ragioni a differenza del Pertusillo: uno per l’attività estrattiva per i dintorni ed un altro per presenza di discariche. Attualmente il Monte Cotugno non ha significative attività estrattive e ha una sola discarica, quella di Senise, che ne può minacciare la qualità. Per cui bisogna rifiutare ogni aumento delle dimensioni. – precisa il cronista lucano – Anche i depuratori che funzionano sono una minaccia per le falde e i bacini idrici. Inoltre il depuratore di Senise non funziona neanche bene e bisogna distinguere tra inquinamento diffuso e inquinamento occasionale e recuperabile.
Inoltre c’è l’inquinamento chimico da prodotti utilizzati per l’agricoltura intensiva e quelli sono più pericolosi del petrolio. Il Monte Cotugno si può preservarlo dai rischi di inquinamento delle sue acque come occorre che sia per ogni bacino idrico della Basilicata. A mio parere si può prevenirlo con nessuna estrazione petrolifera, niente discariche e sospensione di composti azotati in agricoltura.” Fin qui l’opinione di Enzo Palazzo. Ora arriva il turno del collega Pino Perciante, altro giornalista attento alle vicende che riguardano l’invaso del Monte Cotugno. “Nel 2013 è stata aperta un’indagine con richiesta di rinvio a giudizio sugli inquinamenti che interessavano l’invaso ed ancora stiamo spettando che ci siano dei chiarimenti sulla vicenda. – dice il giornalista del La Gazzetta del Mezzogiorno – Non mi sembra che l momento ci sia un’emergenza tale da mettere in allarme la diga del Monte Cotugno. Però è stato creato un comitato che si è costituito a Sant’Arcangelo contro la discarica che è stata fatta. Infatti la discarica di Sant’Arcangelo è molto vicina alla diga di Senise ed abbraccia 40 comuni dopo che la discarica di Moliterno è stata rimossa. Sant’Arcangelo è stata definita la terra dei fuochi perchè ci sono diversi casi di tiroide. La pericolosità esiste perchè raggiunge molti comune e l’ambiente può risentirne.”
Vedi anche
Invaso del Petrusillo